Sostegni a imprese e famiglie più nuove regole per le riaperture: l’Italia vuole tornare a sperare. Dal via libera del Consiglio dei Ministri ai 40 miliardi di deficit per far ripartire l’economia alle proposte delle Regioni al vaglio del Cts e del Governo. Qualcosa si muove

Dopo un Consiglio dei Ministri durato circa due giorni, il governo Draghi ha dato il via libera al suo primo Documento di Economia e Finanza (Def) accompagnato dalla maxi-richiesta di deficit: 40 miliardi per finanziare il nuovo decreto rivolto a imprese e partite Iva, dopo i sostegni a famiglie e lavoratori dipendenti. Obiettivo dichiarato dal premier ai ministri «è la crescita». L’intenzione è mantenere «una visione espansiva per le imprese e per l’economia» e per questo Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno proposto un quadro macroeconomico che, pur risentendo dell’impatto negativo della pandemia, punta ad agganciare ritmi di crescita «mai sperimentati nell’ultimo decennio». Grazie anche alla spinta propulsiva del Recovery Plan ai trasporti e alle infrastrutture destina 50 miliardi, di cui la metà al Sud. Ma l’economia non è la sola fonte di preoccupazione per i cittadini italiani. Secondo Coldiretti, infatti, per quasi 1 italiano su 3 (32%) la possibilità di tornare ad abbracciarsi con parenti, fidanzati e amici è il primo desiderio da realizzare con l’uscita dall’emergenza Covid. Il presidente dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, intervistato da Adnkronos, ha confermato che l’Italia è combattuta tra «scetticismo e speranza». C’è di più, «la pandemia ha creato uno stato di disagio, un peso importante dal punto di vista del malessere in tutta la popolazione e che si manifesta con ansia e paura». In certi casi, addirittura «ad un ritiro sociale». Stati che condizionano e condizioneranno la ripartenza dell’economia. Lo sanno coloro che hanno il polso della situazione nei territori: i presidenti delle Regioni si battono, non tanto per una data, che non suggeriscono «perché non vogliamo uno scontro», quanto per avere un protocollo delle riaperture, il cui scopo, ha spiegato il neopresidente Massimiliano Fedriga, «non è sfidare il Governo ma essere collaborativi affinché le istituzioni siano unite». Dunque? Sono pronte e già al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico, e infine dell’Esecutivo, le linee guida per la riapertura delle attività, anche nelle zone rosse, lanciate dagli stessi Governatori: due metri di distanza all’interno di palestre, cinema, teatri e nei ristoranti, dove sarebbe vietata la consumazione al banco dopo le 14. In queste ore, nel corso della cabina di regia del Governo, si stanno discutendo i dati settimanali del contagio in vista dell’adozione di nuove misure a maggio e della scadenza del decreto del 30 aprile.