Forworking, dove for sta per flessibilità, obiettivo, risultati

Un rapporto di lavoro dipendente, ma completamente slegato dai canoni classici, senza necessità di presenza in sede neanche settimanale o mensile, senza orari ai quali legare la propria connessione in remoto, ma neanche diritto alla disconnessione. Unico vincolo il rispetto degli obiettivi lavorativi concordati tra azienda e lavoratore. Una dematerializzazione non solo dei luoghi, ma anche dei tempi di lavoro. Questo ulteriore superamento degli schemi che dividono lavoro dipendente e autonomo si realizzerà nel nostro Paese in un progetto sperimentale avviato dalla multinazionale del settore chimico Sasol, che in Italia conta circa 600 dipendenti in totale, nelle sedi di Milano, Lodi, Augusta e Cagliari. Il progetto, concordato coi sindacati lo scorso luglio, diverrà operativo il prossimo maggio e coinvolgerà solo una parte dei lavoratori della sede amministrativa di Milano per un periodo di sei mesi, al termine dei quali ne saranno valutati i risultati. Si chiamerà “forworking” dove for sta per “flessibilità, obiettivo, risultati”. Non collaborazione, neanche telelavoro né lavoro agile, ma, così dicono alla Sasol, un «moderno rapporto di lavoro subordinato: il lavoro verrà misurato solo sugli obiettivi concordati, sui quali però è prevista anche una revisione periodica, perché magari potrebbero risultare troppo gravosi da raggiungere nel tempo stabilito». Una nuova frontiera, da valutare con attenzione per salvaguardare diritti e tutele del lavoro.