di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Le risorse di Alitalia sono di fatto esaurite, denunciano le sigle che rappresentano i lavoratori, fra cui la nostra Ugl Trasporto Aereo, e «le conseguenze di uno stop aziendale sarebbero drammatiche sia sul piano industriale che su quello sociale con effetti imprevedibili». Anche per questo oggi il nostro tour nazionale ha fatto tappa a Fiumicino, sede, tra le altre cose, dell’aeroporto Leonardo da Vinci, per testimoniare la nostra vicinanza ai lavoratori del trasporto aereo, indotto compreso. Non c’è tempo da perdere, bisogna disinnescare al più presto una crisi che coinvolge migliaia di famiglie e che si sta sommando alle tante questioni aperte nel nostro Paese. Di nuovo tutto è nelle mani della Commissione europea e della decisione sugli aiuti di Stato, nell’attesa che prenda forma la nuova compagnia. La Ue, rispondendo alle critiche, ha precisato di non aver favorito Lufthansa e Air France, dato che i due vettori erano in uno stato decisamente migliore rispetto ad Alitalia prima della crisi Covid. L’Europa ha comunque imposto condizioni dure – troppo – sulle quali si sta trattando. Il cambio di nome e di logo, la perdita di slot importanti, la cessione di rotte, una flotta ristretta, attività, come handling e manutenzione, ridotte al minimo e un taglio all’occupazione preannunciato dal piano su ammortizzatori sociali e politiche attive al quale starebbe lavorando Orlando. La nuova “Ita” sarebbe fortemente ridimensionata, per questo bisogna insistere nel braccio di ferro con la Ue salvaguardando il mantenimento di una “compagnia di bandiera” degna di questo nome. Non solo a tutela dei lavoratori, ma perché la presenza di un vettore nazionale è fondamentale per tutti gli italiani, come ha chiarito bene la leader di FdI, Giorgia Meloni, in una lettera aperta sul Messaggero al premier Draghi proprio sulla questione Alitalia. È vero, molti errori di gestione – certamente non imputabili ai dipendenti – sono stati fatti nel corso degli anni, a partire da condizioni svantaggiose che non hanno certo aiutato la compagnia ad essere competitiva. Costi dell’energia, tasse, una concorrenza, da parte di low cost e non solo, basata su condizioni di favore inimmaginabili altrove. Nonostante tutto Alitalia ha continuato a garantire servizi universali, fra cui quelli di collegamento con tutte le aree del Paese; lo ha fatto anche in piena pandemia riportando a casa i nostri connazionali bloccati all’estero. La presenza di un vettore nazionale è fondamentale, per questo Alitalia va difesa, con la presenza dello Stato e, in questa visione, l’Ugl immagina anche la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Ne va della nostra sicurezza nazionale, della nostra indipendenza, in una parola della nostra sovranità in un settore non certo irrilevante anche dal punto di vista economico, anzi particolarmente appetibile e remunerativo, se ben gestito, una volta passata la crisi Covid, in uno Stato come il nostro, centrale sia dal punto di vista geografico che turistico. Un patrimonio che dobbiamo fare in modo, questo sì che sarebbe un segnale di discontinuità, di difendere gelosamente e valorizzare nell’interesse di tutta la comunità nazionale.