Pur dicendosi «ottimista» sul futuro, il ministro della Salute, Roberto Speranza, frena e chiede di vaccinare prima «la maggior parte della popolazione»

Il 2 giugno, Festa della Repubblica, è una data che «va bene per la riapertura generale». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di una visita a Mind, nell’area dove si svolse Expo 2015, sottolineando, però, «che, come dice lo stesso Draghi, già dai prossimi giorni, dove la situazione sanitaria è sotto controllo, non sia un diritto, ma un dovere riaprire attività economiche, sociali, sportive e culturali». Pur condividendo la data indicata per la riapertura generale dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, in un’intervista a La Stampa, il leader leghista non abbandona la linea tracciata nei giorni scorsi: riaprire in sicurezza, già da subito, laddove la situazione epidemiologica lo consente. «Non puoi chiedere mesi di chiusure e di sacrifici, quando altri Paesi europei sono già aperti da tempo», ha sottolineato Salvini, confrontando la situazione italiana con quella dei partner europei, alcuni dei quali sono più avanti nella campagna vaccinale. Nonostante qualche rallentamento nelle somministrazioni delle dosi, in un’intervista a La Repubblica, il ministro della Salute, Roberto Speranza, si è detto «ottimista» sul futuro prossimo. «Se riusciremo a vaccinare la maggior parte della popolazione, questa estate ci potremo consentire molte più libertà», ha aggiunto. Parlando alla Stampa, Garavaglia ha aperto alla possibilità di introdurre le cosiddette “isole Covid-free” – «Si può fare ed è anche opportuno farlo perché se lo faranno gli altri e noi no, lo svantaggio diventerà enorme», ha detto –, che non trova d’accordo né il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, né del governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (va comunque puntualizzato che, secondo quanto riferito dall’Agi, l’ultima ordinanza del commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, non consente la creazione di località turistiche Covid-free). D’accordo con le riaperture anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che non ha esitato a sottolineare una contraddizione: «È un controsenso tenere chiusi ristoranti, palestre o teatri perché non si può garantire il distanziamento e poi vedere ogni giorno le persone ammassarsi sui mezzi pubblici per andare al lavoro», ha detto al giornale.it. «Anche per questo gli italiani sono arrabbiati e stanchi, le regole che sono costretti a rispettare sono sempre meno comprensibili e non seguono una logica», ha concluso.