Verso l’addio di Parisi, mentre si prospettano concorsi per 11.600 posizioni

Le politiche attive del lavoro sembrano tornare al centro dell’agenda del governo, dopo che anche ieri, in occasione della audizione parlamentare dei sindacati confederali sul decreto Sostegni, i segretari generali di Cgil e Ugl, Maurizio Landini e Paolo Capone, sono tornati a chiedere insistentemente una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi dodici mesi. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, da par suo, ha assicurato che il potenziamento delle politiche attive andrà di pari passo con la riforma degli ammortizzatori sociali. Quest’ultima è annunciata, salvo complicazioni, per la fine di giugno, quando scadrà per le grandi imprese la possibilità di accedere alla cassa integrazione con causale Covid-19, mentre le piccole imprese potranno continuare a godere della cassa in deroga o dell’assegno dei fondi di solidarietà. La riforma delle politiche attive è destinata ad incidere anche sul destino del presidente dell’Anpal, Domenico Parisi, il cui mandato sembrerebbe ormai agli sgoccioli e, soprattutto, sul potenziamento dei centri per l’impiego. Si parla con insistenza del superamento della fase dei navigator, figure ibride che avrebbero dovuto fungere da supporto per gli operatori dei centri per l’impiego con riferimento al reddito di cittadinanza, per assunzioni vere di personale attraverso dei concorsi in sinergia con le regioni, competenti in materia.