Secondo Unioncamere e Anpal, servirebbero almeno 740mila assunzioni

La spinta verso la ripresa occupazionale potrebbe arrivare dal pubblico impiego. Secondo una elaborazione Unioncamere e Anpal, nell’ambito del sistema informativo Excelsior, a legislazione vigente, soltanto per il naturale turn over servirebbe assumere 690mila dipendenti pubblici, ai quali se ne aggiungerebbero altri 50mila per rafforzare la dotazione organica nei vari settori della pubblica amministrazione. La proiezione arriva fino al 2025 e, naturalmente, non tiene conto della possibile riforma delle pensioni post Quota 100. Numeri enormi che, però, non sorprendono i sindacati. Cgil, Cisl, Uil e Ugl lamentano, infatti, da tempo, le carenze di organico che si riflettono inevitabilmente sui servizi erogati al cittadino. Come noto, il blocco del turn over, già avviato nel corso del 2011 e poi accentuato dal 2012 con il governo Monti, ha prodotto delle pesanti falle nel pubblico impiego, ad iniziare, in particolare, dagli enti locali. Uno scenario che è migliorato, almeno sulla carta, dal 2018 e, successivamente, con il decreto Concretezza del 2019 dell’allora ministra Giulia Bongiorno. La variabile Covid-19, però, ha reso praticamente impossibile lo svolgimento dei concorsi pubblici, con l’applicazione di protocolli molto rigidi sul distanziamento, cosa che ha portato al blocco delle procedure per l’assunzione di circa 125mila dipendenti pubblici, in attesa delle novità annunciate da Renato Brunetta.