L’uomo moderno appare come sospeso fra passato e futuro del lavoro

Sul tema della formazione, Egidio Sangue ha ricordato le difficoltà di alcune famiglie e di alcuni lavoratori nell’adattarsi al lavoro da remoto, in particolare quelli privi della strumentazione necessaria per essere in condizione di “connettersi”, sia per mancanza di infrastrutture che per mancanza di competenze di base. “Non potendo organizzare la formazione in presenza – spiega il dott. Sangue – si fa fatica a far utilizzare la strumentazione di base alle imprese che vogliono fruire della formazione, a partire dalla dimestichezza di utilizzo di programmi di videochiamata, perché il paese è molto differenziato in termini di capacità di utilizzare certe tecnologie”. Alcune aree del paese, infatti, sono state purtroppo molto svantaggiate nell’utilizzo di queste nuove tecnologie. Altro tema trattato, quella della “fine del lavoro”, su cui ha ripreso la parola il professor De Masi, ricordando la conferenza di John Maynard Keynes a Madrid del 1930, dal titolo “Prospettive economiche per i nostri nipoti”. La profezia di Keynes, secondo il professor De Masi, è oggi una realtà per quanto riguarda il problema di “lavorite” che affligge milioni di persone, soprattutto in Italia. Questo problema accomuna moltissimi lavoratori: uomini più che donne, che lavorano troppo senza rendersi conto di togliere in questo modo il lavoro ai propri figli. Non c’è un reale carico di lavoro superiore per alcune professioni, ma un problema psicologico generalizzato di persone abituate all’overtime in azienda, a scapito di figli e nipoti che non trovano lavoro anche in età adulta.