La maggioranza
Il lavoro femminile è stato affossato dalla crisi da Covid-19. L’Istat, infatti, ha certificato che il 70% dei 444mila posti di lavoro scomparsi nel 2020 sono di donne impiegate nei settori commercio, ristorazione e alberghiero. Nel solo mese di dicembre su 101mila lavoratori rimasti senza attività ben 99mila sono donne. Questo a dimostrazione di come il lavoro femminile abbia pagato il prezzo più alto della pandemia, ma anche di come le donne abbiano spesso impieghi precari o autonomi, con contratti senza nessuna tutela. Il gender gap occupazionale è stato messo in risalto e accentuato dalla pandemia. La parità di genere, di cui si parla da decenni, resta quindi ancora una chimera.

La proposta

Al momento, si tratta soltanto di una proposta di legge bandiera, visto che ancora deve essere approvata dal consiglio regionale, ma, comunque, rappresenta un segnale. Nei giorni scorsi, la commissione lavoro della regione Lazio ha dato il via libera ad una proposta di legge volta a favorire la parità salariale fra uomo e donna. Si tratta chiaramente di un percorso ancora molto lungo, che, peraltro, potrebbe anche non avere particolari effetti concreti, se non forse a livello di ditte e aziende che operano con la regione stessa. Di certo, la differenza salariale deriva da fattori diversi, connessi principalmente al fattore tempo. Pesa la difficoltà di conciliare vita e lavoro.