di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Gli effetti del Covid-19 analizzati dall’Osservatorio sulle trasformazioni del lavoro e della formazione continua

Il presente numero de La Meta sabato è dedicato, in larga parte, al racconto dell’evento organizzato dall’Osservatorio sulle trasformazioni del lavoro e della formazione continua promosso da FondItalia di presentazione del volume del professor Domenico De Masi, “Smart-working. La rivoluzione intelligente”, edito da Marsilio. Sociologo fra i più apprezzati e conosciuti, De Masi, in questi anni, ha approfondito il rapporto fra le nuove tecnologie e il mondo del lavoro. Le sue tesi stanno trovando un progressivo riscontro nella realtà che stiamo vivendo quotidianamente. Il Covid-19, in un tale scenario, sta fungendo, verosimilmente, da acceleratore. Molte cose, che De Masi analizza da tempo, si sarebbero realizzate comunque, ma questi dodici mesi hanno comportato la necessità di cambiare velocemente. Piace ricordare, ad esempio, che l’agenda digitale triennale per la pubblica amministrazione, il documento fondamentale dal quale partire per innovare i servizi offerti al cittadino e per favorire l’interazione fra questi e le amministrazioni, ancora a inizio marzo del 2020 non dedicava una sola riga su circa quattrocento pagine di testo al lavoro agile. Lo smart working, mentre tutto il mondo stava per essere investito da una pandemia devastante, era qualcosa di nicchia, quasi soltanto una ipotesi di studio, nonostante la legge del 2017. Ed invece, a distanza di 365 giorni, tutti, anche le persone più anziane, conoscono il significato del termine smart working. A casa come a lavoro le abitudini stanno cambiando con la necessità di cambiare i rapporti interpersonali e quelli professionali. Certo il percorso è ancora complesso, ma la strada da seguire è tracciata.