Covid-19: per l’Oms è «inaccettabile» la lentezza delle vaccinazioni Ue. L’Europa resta la seconda area più colpita al mondo dopo le Americhe per numero totale di vittime (quasi 1 milione) e numero di contagi (45 milioni)

Senza tanti giri di parole, oggi l’Oms ha criticato la lentezza «inaccettabile» del ritmo di vaccinazioni in Europa contro il Covid-19. Un ritmo inadeguato che così «prolunga la pandemia», ha sottolineato la direzione europea dell’Oms. Tutto ciò mentre gli Usa si stanno corazzando, e recuperando il tempo perduto, sia dal punto di vista delle somministrazioni, entro venti giorni 9 americani su 10 saranno vaccinati, sia economico, con il piano da oltre 2 mila miliardi di dollari, che oltre ad investimenti per l’occupazione ne prevede per strade, ponti e scuole. L’obiettivo dichiarato del presidente Joe Biden è «dobbiamo ricostruire l’America». E in Europa? Non solo il Recovery Fund sta incontrando qualche ostacolo, tra lo stop della Corte Suprema tedesca che ne ha temporaneamente sospeso la ratifica e il ritardo di Olanda, Lituania e Romania, ma ad oggi solo il 10% della popolazione d’Europa ha ricevuto una dose di vaccino e il 4% ha completato la vaccinazione. Con il rischio «considerevole» che la campagna in corso «fornisca un falso senso di sicurezza alle autorità e al pubblico», comportando un vero «pericolo», ha detto Hans Henri P. Kluge, direttore regionale europeo dell’Oms. In più farsi richiamare dall’Oms che, a sua volta e a suo tempo, non ha brillato né per trasparenza né per tempestività, è un fatto altrettanto grave per l’Ue e per Ursula von der Leyen. Il perché è scritto nel rapporto pubblicato oggi dallo stesso Ufficio regionale dell’Organizzazione: la maggior parte dei Paesi europei ha registrato un aumento dei casi di Covid-19 in tutte le fasce d’età la scorsa settimana, ad eccezione degli ultraottantenni vaccinati. 1,6 milioni i nuovi casi e circa 24 mila morti. «I vaccini sono la migliore via d’uscita dalla pandemia», funzionano e «sono molto efficaci nel prevenire l’infezione». È dunque necessario «accelerare il processo aumentando la produzione, abbassando le barriere alla somministrazione del vaccino e utilizzando tutte le dosi che abbiamo in stoccaggio». L’Europa resta la seconda area più colpita al mondo dopo le Americhe per numero totale di vittime (quasi 1 milione) e numero di contagi (45 milioni). Circa 50 Paesi e territori hanno riscontrato la presenza della variante britannica B.1.1. 7, che è il predominante. Con l’ulteriore beffa che la Gran Bretagna ha pochi giorni fa raggiunto il ragguardevole risultato di “0 morti” per la prima volta da sei mesi.