A confermarlo sarebbe uno studio internazionale (ancora preliminare) condotto su mezzo milione di casi

Un nuovo studio proverebbe la maggiore pericolosità (sia perché più contagiosa, sia perché più letale) della cosiddetta “variante brasiliana” del Sars-CoV-2. Specialmente tra gli under 50. La ricerca, ancora preliminare e pubblicata sulla rivista MedRxiv, è stata realizzata dalla Federal University of Paraná (Curitiba, Brazil), dal Cincinnati Children’s Hospital Medical Center (Cincinnati, Ohio, Stati Uniti) e dall’Università di Verona. A condurlo sono stati diversi autori, tra cui il direttore della sezione di Biochimica clinica nell’ateneo veronese, Giuseppe Lippi, oltre a Maria Helena Santos de Oliveira e Brandon Michael Henry. Se confermati, i dati sarebbero un’ulteriore conferma della necessità di un’accelerazione delle campagne vaccinali, che in molti casi procedono a rilento. Lo studio ha considerato un campione abbastanza ampio – circa 500mila casi di Covid-19, tutti registrati nello Stato del Paraná, nel Brasile meridionale –, mettendo a confronto le diagnosi fatte nel febbraio 2021, quando la variante P.1 – ovvero la “variante brasiliana” – è diventata praticamente endemica e comunque con diffusione superiore al 70% e nel gennaio 2021, quando la variante P.1 era poco (o per niente) diffusa. Secondo l’analisi, in tutte le fasce di età la variante P.1 è associata ad una mortalità maggiore. L’aumento del tasso di decessi è notevolmente marcato – fino a tre volte, osserva chi ha condotto lo studio – tra i pazienti con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni. «Pur preliminari, questi risultati sono stati ripresi da molti organi di stampa negli Stati Uniti e Inghilterra, e suggeriscono la necessità di instaurare un sistema di monitoraggio costante della diffusione delle varianti di Sars-CoV-2, aggiungendo enfasi alla necessità di procedere celermente con le vaccinazioni, affinché si possa minimizzare il rischio che ceppi particolarmente virulenti (come P.1 o B.1.351, cioè la variante “Sudafricana”) possano insorgere e diffondersi nella popolazione», ha osservato Giuseppe Lippi, citato dall’agenzia di stampa Adnkronos.