Non solo crisi congiunturale; senza correttivi la ripresa diventa impossibile

Impatto devastante, ma per qualcuno ancora di più. È questo il filo conduttore che possiamo ritrovare nelle dichiarazioni dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl nel corso dell’audizione odierna presso la commissione lavoro della Camera dei deputati. L’indagine conoscitiva sugli effetti del Covid-19 sul mondo del lavoro sta evidenziando uno scenario molto critico. Anche i sindacati confederali, infatti, non possono che confermare quanto affermato sia dalla Banca d’Italia che dall’Istat, circa l’avanzamento della povertà nel nostro Paese, una povertà che riguarda, purtroppo, non soltanto chi è rimasto senza lavoro, ma pure chi un lavoro lo ha mantenuto; gli ammortizzatori sociali coprono solo parzialmente. A fronte di un veloce e profondo crollo del prodotto interno lordo, l’occupazione, sia dipendente che autonoma, ne ha risentito. Tutti i numeri, però, evidenziano come l’impatto sia stato decisamente diverso per età (i giovani più penalizzati degli anziani), sesso (le donne peggio degli uomini), tipologia contrattuale (a pagare sono stati soprattutto i contratti a tempo determinato e gli stagionali), per collocazione territoriale. Aspetti noti, ma che devono essere affrontati in maniera profonda. In questo senso, i sindacati confederali hanno insistito sulle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, sempre che si abbia la capacità di coglierne le potenzialità.