Scaduti 518 incarichi in 90 partecipate, il Mef di fronte al rinnovo di 74 CdA. È donna il 31% dei manager da rinnovare nelle partecipate. Dall’analisi CoMar emerge un sostanziale equilibrio di genere fra i criteri per le nomine

Sono 581 incarichi in 90 assemblee di partecipate dello Stato e sono tutti scaduti. E differentemente da quanto si sarebbe portati a credere la presenza femminile è affatto irrilevante. Questo l’esito della quarta edizione dell’analisi condotta dal Centro Studi CoMar (network della consulenza dedicato a rapporti media, relazioni istituzionali). Dunque, al ministero dell’Economia e delle finanze, con le prossime assemblee di 90 controllate, si dovrà fare fronte al rinnovo di 74 consigli d’amministrazione e 41 collegi sindacali per un totale, appunto, di 518 incarichi, pari a 342 consiglieri e 176 sindaci. Gran parte delle nomine (427) riguarda 75 società a controllo indiretto, ad esempio attraverso Enel, Eni, Ferrovie (con Anas), Invitalia e Poste Italiane. Gli altri 91 incarichi sono all’interno di 15 società a controllo diretto, tra cui Cassa Depositi e Prestiti, Eur, Ferrovie dello Stato, Gse, Invimit, Rai, Sogei, oltre anche a Banca Mps o Leonardo per i collegi sindacali: partecipate dirette che esprimono, complessivamente, un fatturato di 69,8 miliardi di euro e 193.367 dipendenti. 448,7 sono invece i miliardi di euro di attivo e 36,1 quelli di patrimonio netto della sola Cdp. Altro aspetto rilevante e forse per alcuni inaspettato, è che quasi un terzo dei 518 incarichi scaduti nelle 90 società del ministero dell’Economia e delle finanze è ricoperto da donne, e l’equilibrio di genere sarà uno dei criteri che si dovranno seguire per i rinnovi. L’analisi Comar evidenzia diversi aspetti, la presenza dello Stato nell’economia e il valore in termini di fatturato di questa stessa presenza. Dal primo punto di vista, il settore pubblico (Stato, Regioni, Enti locali, ecc.) mostra di essere un soggetto dalla presenza rilevante nell’economia con 6.130 imprese attive, sebbene siano in realtà 40 le società controllate dallo Stato a occupare gran parte di questa influenza. Dal secondo punto di vista, le sole 32 società industriali e di servizi (escluse banche e assicurazioni) generano un fatturato totale che supera i 241,4 miliardi di euro, mentre gli utili sono oltre i 26,8 miliardi di euro, con 471.284 dipendenti. Fra queste, 12 sono quotate in Borsa (Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Italgas, Poste Italiane, Rai Way, Saipem, Snam, STMicroelectronics, Terna), per una capitalizzazione che a fine febbraio 2021 era di 167,3 miliardi di euro, il 26,3% del valore complessivo, mentre altre due società hanno strumenti finanziari quotati (Ferrovie dello Stato e Rai).