L’appello di 26 leader per un Trattato internazionale contro le future pandemie. Nel futuro ci saranno «altre e importanti emergenze sanitarie», «la domanda non è se ma quando». «Nessun governo o agenzia multilaterale può affrontare da solo questa minaccia»

L’impegno è garantire un accesso universale ed equo a vaccini, medicinali e strumenti diagnostici sicuri, efficaci ed economici per questa e le future pandemie. «L’immunizzazione è un bene pubblico globale» e «dovremo essere in grado di sviluppare, produrre e distribuire vaccini il più rapidamente possibile». Questi gli intenti dei 26 leader del mondo, tra i quali anche il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, che hanno firmato un appello affinché si arrivi ad un «trattato internazionale contro le pandemie». L’iniziativa presentata oggi dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, vede tra i firmatari il premier portoghese, Antonio Costa, il premier britannico, Boris Johnson, il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. L’annuncio fa seguito a un editoriale pubblicato su diverse testate giornalistiche del mondo, nell’articolo i 26 firmatari paragonano il loro impegno a quello profuso dai leader mondiali all’indomani della seconda guerra mondiale per la costruzione di un nuovo sistema multilaterale. Un identico impegno si richiede all’indomani della pandemia ancora in corso: un patto tra Stati.
«Possiamo costruire un’architettura sanitaria internazionale più solida che proteggerà le generazioni future», scrivono i 26 leader. Meglio non farsi illusioni, di pandemie e di emergenze sanitarie «ce ne saranno altre e importanti». «Nessun governo o agenzia multilaterale può affrontare da solo questa minaccia. La domanda non è se, ma quando. Insieme, dobbiamo essere meglio preparati per prevedere, prevenire, rilevare, valutare e rispondere efficacemente alle pandemie in modo altamente coordinato».
Un «impegno collettivo» radicato nella costituzione dell’Organizzazione mondiale della sanità, attingendo ad altre organizzazioni chiave, «a sostegno del principio della salute per tutti». «Gli strumenti sanitari globali esistenti, in particolare il Regolamento sanitario internazionale, sosterrebbero un tale trattato, garantendo una base solida e collaudata su cui possiamo costruire e migliorare». L’obiettivo è «promuovere un approccio per tutti i governi e per tutte le società, rafforzando le capacità nazionali, regionali e globali e la resilienza a future pandemie», migliorando «i sistemi di allarme, la condivisione dei dati, la ricerca e la produzione e distribuzione locale, regionale e globale di contromisure mediche e di salute pubblica, come vaccini, medicinali, diagnostica e dispositivi di protezione individuale». Un approccio cosiddetto “One health” che mette a sistema la salute degli esseri umani, degli animali e del pianeta. Tutto ciò dovrebbe portare a una «maggiore responsabilità reciproca e responsabilità condivisa, trasparenza e cooperazione all’interno del sistema internazionale e con le sue regole e norme».