La campagna vaccinale seguirà la strategia del doppio binario: capillarità sul territorio e grandi hub nelle aree metropolitane
Ormai è abbastanza chiaro che non ci sarà un ritorno alla normalità fino a quando un numero sufficiente di persone sarà vaccinato contro il coronavirus. Al momento – i dati sono aggiornati alle 16:03 di oggi –, circa 3 milioni di persone hanno ricevuto la prima e la seconda dose e possono considerarsi sufficientemente protette dal rischio contagio. Non è ancora abbastanza, però. Occorre accelerare, fino a raggiungere il target indicato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e fissato a 500mila somministrazioni giornaliere. Di questo, hanno parlato oggi i rappresentati del governo (oltre al premier, presenti anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quella per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini) e delle Regioni, a Palazzo Chigi. La strategia da seguire è quella tracciata il commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, presente anche lui all’incontro: hub e punti vaccinali nelle città, postazioni mobili per raggiungere in maniera capillare i paesi e le zone più isolate. Capitolo dosi: a breve, arriverà in Italia un quantitativo sufficiente per imprimere un cambio di passo alla campagna vaccinale, auspicato da tutte le forze politiche. Opposizione inclusa. Complessivamente, tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca, le Regioni, che chiedono al governo di distribuire le dosi in base alla popolazione residente, riceveranno oltre tre milioni di vaccini. A queste si aggiungeranno i vaccini di Johnson&Johnson disponibili nel nostro Paese a partire dal 16 aprile, come ha annunciato Figliuolo. Il governo è al lavoro anche per stilare il decreto legge che prevede le misure in vigore dopo le festività di Pasqua. Il testo dovrebbe essere pronto in settimana e, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa, dovrebbe includere una verifica a metà aprile per valutare la riapertura di alcune attività, a partire dai bar e i ristoranti a pranzo. Ci sarà un via libera soltanto se la situazione epidemiologica nel Paese – tradotto: non ci saranno aperture se i contagi continueranno a crescere – lo permetterà.
«Tenere tutto chiuso e fermo indipendentemente dai dati sanitari è impensabile», anche perché sembra assurdo «vietare gli spostamenti in Italia e consentire vacanze all’estero», ha osservato il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso di una videoconferenza con i governatori leghisti.