di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Il decreto-legge Sostegni contiene delle misure fortemente richieste dalle organizzazioni sindacali in queste settimane

Il decreto-legge Sostegni, sintetizzato nei suoi punti salienti nelle pagine che seguono, rappresenta la prima vera discesa in campo del nuovo governo presieduto da Mario Draghi e che poggia su una compagine molto più ampia rispetto alla precedente esperienza dell’esecutivo Conte. Un provvedimento che, per molti versi, si innesta nel percorso avviato con il Cura Italia del marzo dello scorso anno, ma che, per molti altri versi, rappresenta un punto di cesura dal quale ripartire con maggiore forza e vigore. Neanche da Draghi si può infatti pretendere l’intervento risolutore, quello capace di stravolgere in un istante il corso della partita. Draghi, come nel suo stile, ha assicurato che avrebbe fatto il massimo possibile, ma, proprio per questo, necessita del tempo che serve. Tutti vorrebbero maggiori ristori per le imprese, commisurati alla perdita di fatturato, ma servirebbero risorse almeno doppie rispetto a quelle già stanziate dal marzo dello scorso anno in poi. La vera discontinuità è sul versante dei vaccini, per l’acquisto dei quali sono state stanziate risorse importanti. Del resto, Draghi lo aveva detto a chiare lettere: la priorità è quella di vaccinare le persone, dalle più fragili ai lavoratori e alle lavoratrici, passando per tutte le fasce di età e tutte le categorie. Senza mettere in sicurezza il lavoro, si rischia di dover continuare a finanziare gli ammortizzatori sociali e i vari bonus ogni tre mesi, come è successo finora. Passate queste prime settimane, ci aspettiamo quindi che, finalmente, fra le istituzioni e i cittadini si rafforzi la necessaria fiducia, senza la quale non sarà impossibile rimettere in piedi il nostro Paese, come tutti auspichiamo.