Il premier in conferenza stampa interviene anche sul tema delle chiusure: «Desiderabile riaprire, decisione se farlo o meno dipende dai dati»

Mario Draghi conferma la «riapertura della scuola fino alla prima media» anche nelle zone rosse. «Il ministro Bianchi sta lavorando perché avvenga in modo ordinato. La volontà complessiva era che, se ci fosse stato uno spazio, lo avremmo utilizzato per le scuole fino alla prima media. La scuola è un punto di contagio limitato solo in presenza di altre restrizioni. Ciò che è fonte di contagio è tutto ciò che avviene attorno alla scuola, quindi più si alza l’attività scolastica più aumentano le possibilità di contagio», ha spiegato oggi in conferenza stampa il premier. Ma quanto al resto, ha sottolineato, le «chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo». «Le misure – ha quindi spiegato – hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per aria. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati». Sul tema era però intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini: «È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue, e soprattutto dei dati medici e scientifici, chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse, a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi. Qualunque proposta in Consiglio dei ministri e in Parlamento avrà l’ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita». Capitolo vaccini. Il presidente del Consiglio, sulla contesa legale riguardo quelli prodotti in Europa e destinati all’esportazione verso il Regno Unito, ha precisato di essere «contrario a un blocco totale»: «Non dobbiamo arrivarci e non ci arriveremo. Il blocco andrebbe considerato verso quelle società che non rispettano i patti». Draghi ha inoltre riferito che le aziende parlano di tre, quattro mesi per la produzione dei vaccini in Italia: «Ci sono già vari accordi per la produzione di vaccini in Italia, uno per Pfizer in Lombardia», mentre quello italiano Reithera dovrebbe arrivare in autunno e «ci sono altri accordi per la produzione di vaccini nel nostro paese». Linea dura sugli operatori sanitari non vaccinati:«Il governo intende intervenire, non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. Quindi immagino che arriverà un decreto. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento al riguardo». Sulla ripresa dell’economia, ha poi sottolineato, «è ancora necessario sostenere individui, famiglie, imprese che hanno chiuso. Man mano, speriamo, ci sposteremo sempre più verso uno stimolo che andrà verso gli investimenti. A un certo punto bisogna creare posti di lavoro perché probabilmente ci sarà un aumento della disoccupazione».