Vaccinazioni: le linee guida del Governo alle Regioni. Al via “Punti vaccinali territoriali straordinari”. L’ottica è «ampliare l’offerta di prossimità per favorire la massima adesione alla campagna vaccinale»

Oggi o comunque nelle prossime ore il Governo consegnerà alle Regioni le linee di indirizzo organizzativo e strutturale dei punti vaccinali. Il documento, come spiegato dal sito Ansa.it, viene definito «non vincolante» ed ha lo scopo di «suggerire un modello organizzativo e funzionale omogeno», da «attivare per accelerare e disseminare la capacità vaccinale anti Covid-19 in tutte le Regioni e Province Autonome» e che «possa essere di riferimento per l’incremento della capacità vaccinale sul territorio». L’obiettivo è essere di sostegno alle Regioni, affinché si possa procedere in maniera più efficace, veloce e coordinata possibile: nelle prossime ore delle task force inviate dal Commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, saranno operative in Molise e Basilicata per supportare le strutture già operative nella campagna di vaccinazione. L’idea di fondo del Piano è quella di creare una serie di «Punti vaccinali territoriali straordinari» (Pvts), all’interno di palestre, palazzetti e parcheggi di supermercati. Al ritmo di 672 (fino a 750) vaccinazioni al giorno nelle strutture più grandi, dove sono previste otto linee di somministrazione, per 12 ore consecutive. Calcolato anche il tempo della somministrazione per ogni cittadino, pari a 10 minuti. Definiti gli standard degli spazi che si aggiungeranno a quelli già esistenti ed attivati nelle strutture sanitarie, ambulatori o nei grandi hub. Tra gli obiettivi, «individuare i requisiti minimi essenziali, sia generali che specifici per tipologia, che caratterizzano i punti vaccinali territoriali straordinari», come ad esempio le dimensioni della struttura. I Punti vaccinali territoriali straordinari (Pvts) vengono distinti a seconda del numero di personale impiegato, linee vaccinali e spazio: maggiori, minori e mobili. Ognuna con una precisa organizzazione. Da segnalare il modello sperimentale che da domenica il Veneto ha intenzione di avviare a Treviso: chiamata per classe di nascita (1936) con accesso diretto, cioè senza prenotazioni, con i vaccinati ripartiti per mese di nascita: i nati a gennaio si presentano alle 8, quelli di febbraio alle 9 e via di seguito. «Se funziona poi lo applicheremo anche nelle altre Ulss», ha detto il governatore Luca Zaia. C’è infine attesa per il Consiglio europeo di oggi a Bruxelles, dal quale dovrebbe emergere un nuovo piano di redistribuzione «equilibrata» delle dosi di vaccino tra Paesi membri. Ma secondo alcune anticipazioni di stampa, non sarebbe così facile trovare un accordo.