Sui fondi europei: «Spenderli bene è nostro obiettivo». Meloni: «Questo governo in continuità con il precedente»

L’Italia deve essere capace di spendere i fondi europei, a partire da quelli di Next generation Eu, «e farlo bene è un obiettivo di questo governo». Parola del presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla prima giornata di “Sud-Progetti per ripartire”, l’iniziativa di ascolto e confronto promossa dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna. «Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare su donne e giovani», ha quindi ribadito Draghi. Intanto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha fatto sapere che «verso la fine dell’anno elimineremo gradualmente» le misure di sostegno all’economia e «torneremo alla normalità», ma ha anche aggiunto che «nelle prossime settimane saranno introdotte ulteriori misure». Dunque il governo prova a destreggiarsi tra piano vaccinale e ripartenza economica, ma secondo la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, di svolte ancora non se ne vedono. «Mi scrivono in tanti che all’inizio avevano dubbi e adesso mi chiedono di andare avanti. Perché – osserva Meloni in un’intervista al Corriere della Sera –, al di là di qualche nome cambiato qua e là, questo governo è in perfetta continuità col precedente. E non poteva essere altrimenti, visto che la maggioranza che lo sostiene è in larga parte la stessa del Conte II». Intanto nel centrosinistra sono partite le prime manovre, o, per meglio dire, tentativi di coalizione. Protagonista il neo segretario del Pd, Enrico Letta, il quale oggi ha incontrato i gruppi parlamentari dem (in ballo c’è la questione della sostituzione dei capigruppo Delrio e Marcucci, lui vorrebbe che i gruppi siano ora affidati a due donne). Ma soprattutto, mentre ieri ha visto Roberto Speranza, a breve – ha annunciato – avrà un colloquio con l’ex premier Giuseppe Conte, per il quale ha ribadito la sua stima. L’incontro tra i due avverrà domani, anche se Letta ha comunque chiarito che «l’arrivo di Draghi dentro il Consiglio europeo è un segnale di un’Italia che può giocare lì un ruolo chiave». Capitolo Copasir. È di nuovo Meloni, nell’intervista al Corriere, a spiegare la posizione dell’opposizione: «Non lo pretendiamo perché siamo avidi di poltrone, è una questione di democrazia e legge: il Copasir è il comitato che controlla l’operato del governo sui servizi segreti, può mai essere che il controllore sia esponente della maggioranza del governo che deve controllare? E i singoli partiti c’entrano poco, trovo invece grave che nelle istituzioni tutti tacciano: i presidenti delle Camere, ma perfino il capo dello Stato, che è il garante delle regole».