di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

In questi giorni stanno suscitando aspre polemiche i comportamenti opinabili, anche se in misura diversa, dei quali sono stati protagonisti ex rappresentanti, rappresentanti e simpatizzanti del Movimento Cinque Stelle. Il caso del presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, recatosi personalmente e con la propria scorta – che ha effettuato persino delle identificazioni – presso il centro vaccinale di Cosenza per “un’ispezione”, più simile però ad un blitz, si sta rivelando un boomerang per lo stesso Senatore, nonostante abbia spiegato di aver esercitato una «prerogativa parlamentare, per verificare la campagna vaccinale». È vero, la Calabria è Regione agli ultimi posti della classifica per i vaccini somministrati, la sua piattaforma informatica di prenotazione, sostituita con un numero, è entrata in funzione quasi con un mese di ritardo e ha creato inoltre pericolosi assembramenti di anziani, cioè di soggetti fragili, fuori dal centro vaccinale. Ma è altrettanto vero che la versione dei fatti raccontata da Nicola Morra è diametralmente opposta – «migliorare il servizio prenotazione e tutto quanto riguardi la somministrazione vaccinale in Calabria» – a quella del medico legale nonché direttore di Igiene pubblica e Direttore dipartimento di prevenzione dell’Asp di Cosenza, Mario Marino, il quale ha annunciato querele per «abuso di potere» e «interruzione di pubblico servizio». Le istituzioni in guerra fra di loro non sono mai un bello spettacolo e contribuiscono ad alimentare quel caos che purtroppo ancora aleggia intorno alla campagna vaccinale. Sempre in tema di vaccinazioni non si sgonfia ancora il caso del giornalista e scrittore, Andrea Scanzi, molto attento alle sorti della galassia pentastellata, vaccinato in tempi record in Toscana, perché entrato, a suo dire, dalla panchina dei riservisti come caregiver familiare. Sugli eventi raccontati dal giornalista – che hanno suscitato una valanga di critiche su social e non solo -, si è mossa anche la Procura, che, al momento, non prevede ipotesi di reato né tantomeno indagati, ma il procedimento è partito dopo la consegna di un’informativa dei Carabinieri della Polizia giudiziaria per accertamenti finalizzati a verificare che nelle procedure seguite non si configuri appunto qualche reato. «Fatti raccontati in modo grottesco», così si è difeso Morra. «Dovrei essere ringraziato», ha sentenziato Scanzi. Ulteriore scalpore ha suscitato il dubbio di una parentopoli nel Comune di Roma, bloccata, a quanto riportano le cronache, dalla stessa Sindaca Virginia Raggi, quando ha saputo che uno dei suoi assessori più fidati, Gianni Lemmetti, aveva assunto la sua compagna nello staff non del suo assessorato (al Bilancio) ma in quello di un altro, Urbanistica, guidato da Luca Montuori.
Ammesso e non concesso che siano tutti degli innocenti perseguitati, il punto è che chi di giustizialismo ferisce, prima o poi di giustizialismo perisce. Se non è del tutto immacolato.