Stati Uniti-Cina, in Alaska scintille tra delegazioni

«Speriamo sempre per il meglio, ma allo stesso tempo siamo sempre pronti per il peggio». A dirlo è il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti su un possibile nuovo clima da Guerra fredda tra Mosca e Washington. Il riferimento, ovviamente, è alle dichiarazioni di pochi giorni fa del presidente americano Joe Biden sul conto di Putin. Peskov ha aggiunto che il presidente russo vorrebbe discutere con Biden «dei temi relativi alle relazioni bilaterali, dei temi relativi al loro futuro e dei temi relativi alle costanti e infondate accuse lanciate contro la Russia in tutti i modi possibili». Poi, una frecciata anche all’Unione europea. Peskov ha infatti chiarito che il Cremlino non condivide le dichiarazioni dell’UE sulla responsabilità politica di Putin per i guai giudiziari dei leader dell’opposizione russa. Non solo la Russia, comunque. Gli Stati Uniti in queste ore stanno affrontando il nodo Cina. Ieri, in apertura del vertice in Alaska, il primo da oltre un anno, le delegazioni statunitense e cinese si sono scambiate accuse reciproche in un contesto a tratti surreale, durante il discorso introduttivo davanti ai giornalisti. Da parte americana si è puntato il dito sul mancato rispetto dei diritti umani da parte di Pechino, la controparte cinese ha respinto quella che ritiene l’ingerenza di Washington nei propri affari interni, contestando inoltre la mentalità da Guerra fredda degli Stati Uniti. I lavori proseguono ancora nella giornata di oggi, ma su quasi tutti i dossier sembrano evidenti le divergenze tra le due potenze.