di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Joe Biden spiazza la Russia e il mondo intero – in piena campagna vaccinale – definendo Putin «un assassino»

In questi giorni abbiamo assistito, piuttosto esterrefatti, allo scambio di battute al vetriolo fra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il suo omologo russo, Vladimir Putin. L’incidente diplomatico fra le due potenze – che ha portato la Russia a richiamare in patria il proprio ambasciatore negli Usa – è nato a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal neo inquilino della Casa Bianca, che, nel corso di un’intervista, non ha esitato a definire «killer» il presidente Putin. Un fulmine a ciel sereno che ha colpito le relazioni internazionali in piena pandemia, mentre il mondo intero era concentrato sulla questione vaccini per affrontare e debellare il Covid, nel tentativo di avere sufficienti dosi per tutti, utilizzando i vari preparati che finora si sono rivelati efficaci, Sputnik compreso. Si sa, spesso il leader russo è stato criticato per le sue politiche interne ed internazionali, accusato di usare il pugno duro con gli oppositori, soggetto a sanzioni – anche europee – per l’annessione della Crimea. Ma in un mondo nel quale non tutti i leader, non tutte le repressioni, non tutte le annessioni sono uguali, e soprattutto in questo momento storico così difficile, nel quale occorrerebbe unire le forze contro il “nemico comune” rappresentato dal virus che sta mettendo in ginocchio tutta la comunità internazionale, sarebbe stato, comunque, opportuno evitare un attrito di tale portata tra Usa e Russia. Con l’Europa rimasta, come spesso succede, spiazzata: «stiamo definendo una nostra strategia che non è collegata alle posizioni della nuova amministrazione americana e del suo presidente». Una presa di distanze che neanche all’epoca di Trump. Invece quel Joe Biden che era stato dipinto dai suoi sostenitori come moderato, pacifista per definizione e fautore del multilateralismo, non ha avuto esitazioni. C’era, tutto sommato, da aspettarselo: ha rispettato in pieno il consueto atteggiamento dei democratici americani, antimilitaristi in teoria e tutt’altro in pratica, ricevendo in cambio da Mosca controaccuse «chi lo dice sa di esserlo», ma anche auguri di buona salute. Anche perché, in epoca di complottismi, se in futuro l’anziano Joe dovesse avere problemi fisici, cosa del resto non impossibile in tempo di Covid e a causa dell’età, un nuovo sospetto senza prove contro Putin sarebbe servito su un piatto d’argento. Insomma, d’ora in poi, ad augurare cent’anni di vita al presidente degli Usa saranno più i russi che gli americani. Scherzi del destino.

Sleepy Joe

Forse per non far rimpiangere agli americani il più esuberante presidente Donald Trump e per non risultare eccessivamente inattivo in politica estera, Joe Biden ha voluto provocare una scossa nelle relazioni internazionali attraverso delle dichiarazioni, tanto forti quanto inaspettate, all’indirizzo di Vladimir Putin. Quest’ultimo, pur mostrandosi indignato e respingendo al mittente le accuse, si è detto pronto a un colloquio online con il presidente statunitense per non interrompere il dialogo tra le due potenze.