Nuovo tavolo fra il ministro Orlando e le confederazioni sindacali e datoriali
Un lungo confronto, oltre due ore, sugli ammortizzatori sociali, ma ancora nessun testo da condividere, almeno fino alla prossima settimana o, al più tardi, all’inizio di quella successiva. Questo, in sintesi, quanto successo ieri pomeriggio nella videoconferenza voluta dal ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, con le parti sociali. È l’esponente democratico a tracciare il senso del confronto, parlando di modello di discussione sullo stile europeo, dove la definizione di un documento arriva successivamente a quella che viene definita l’azione di orientamento delle parti sociali. Quattro i quesiti posti da Orlando: sull’adozione o meno di un modello universalistico; sulla definizione della platea dei destinatari; sulla omogeneità o meno del trattamento; sui presupposti per una eventuale diversificazione del trattamento. Su questa base, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno costruito la loro posizione, mostrando punti di contatto, ma anche qualche differente veduta, in particolare sul perimetro dei destinatari. D’accordo sulle criticità, le parti, soprattutto quelle datoriali, sono apparse spesso più preoccupate di due aspetti: di vedersi ridurre i margini di intervento oggi esistenti e di veder aumentare il costo del lavoro, seppure di qualche decimale. La palla torna ora nel campo di Orlando che ribadito la volontà di provare ad innovare un sistema che oggi mostra qualche falla di troppo.