di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL
Oggi, 18 marzo, è la prima Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid. Una ricorrenza che d’ora in poi si celebrerà ogni anno, istituita dal Parlamento per ricordare gli oltre centomila nostri concittadini che hanno perso la vita a causa del virus. La data non è stata scelta a caso: in questo giorno, un anno fa, partivano da Bergamo i convogli militari con le spoglie delle vittime, troppe per la capienza del cimitero locale. Un ricordo doloroso che nessuno potrà dimenticare. Fulcro delle attività previste per oggi in memoria dei caduti è stata proprio la città lombarda, colpita in modo particolare dalla pandemia, visitata anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel resto del Paese si sono svolte altre celebrazioni, con ovunque il minuto di silenzio osservato alle 11 del mattino, le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, i palazzi istituzionali illuminati con luci tricolori. Questa giornata cristallizza la memoria del dolore che tutti noi abbiamo condiviso in questo anno così difficile. In questo giorno di lutto in ricordo di tutte le vittime e in segno di solidarietà verso le loro famiglie, un pensiero particolare è rivolto, dal nostro sindacato, a coloro che hanno perso la vita contraendo il virus nei luoghi di lavoro. Lavoratori che, anche durante le fasi più critiche della pandemia, hanno continuato a svolgere le proprie attività, essenziali, per fare in modo che la vita dell’intera comunità potesse andare avanti. Moltissimi i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e socioassistenziali e gli altri lavoratori della sanità che sono stati contagiati, in alcuni casi fatalmente, mentre si adoperavano a curare ed assistere il prossimo. Un sacrificio nobilissimo che non va dimenticato. Accanto a loro anche tanti altri lavoratori, delle forze dell’ordine, del comparto dei servizi pubblici e privati, della scuola, dei trasporti, della distribuzione. Nel 2020 i morti sul lavoro sono stati 1270, di questi un terzo a causa del Covid. Il ricordo della sofferenza sperimentata dalla comunità nazionale deve essere uno sprone per combattere questa battaglia con rinnovato impegno, per fare in modo che venga al più presto debellato il virus e che si possa, finalmente, ricominciare a vivere, a lavorare, a stare insieme in sicurezza. Il pieno rispetto dei protocolli anti Covid nei luoghi di lavoro, la fornitura dei dispositivi di protezione personale e a breve l’avvio della campagna di vaccinazione anche nelle aziende, in aggiunta alla ripresa ed all’accelerazione del piano vaccinale per tutti i cittadini e per i lavoratori più esposti, assieme al sostegno alle categorie più colpite sono presupposti fondamentali per superare la crisi sanitaria e sociale in corso, per onorare il sacrificio e l’unità degli italiani in una delle fasi più drammatiche della storia del nostro Paese e per gettare le basi di una rinascita dell’Italia.