Forte adesione alla proposta di vaccinare direttamente nei siti produttivi

Lo stop al vaccino prodotto da Astrazeneca, quello finora più utilizzato con le persone in età lavorativa, rischia di rallentare, anche in maniera sensibile, l’ipotesi di vaccinare i lavoratori direttamente all’interno delle aziende. Una proposta formulata all’inizio dalla Ugl e da Confindustria, guardando anche alle famiglie dei dipendenti, e che poi ha avuto un riscontro molto importante praticamente in tutte le componenti sociali, pure se con sfumature diverse. La Cgil, ad esempio, nel corso della videoconferenza con il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, si è detta decisamente perplessa circa l’ingresso di estranei negli stabilimenti produttivi, mentre da Cisl e Uil non sono arrivate controindicazioni di sorta. Le centrali delle cooperative, oltre agli spazi, hanno messo a disposizione il loro personale, in quello che, da tutti e dallo stesso commissario Francesco Paolo Figliuolo, è stato definito un enorme sforzo collettivo. Al momento, sarebbero oltre 3mila le aziende che hanno dato la loro disponibilità nel solo ambito confindustriale. Resta, però, il problema dell’approvvigionamento delle dosi di vaccino sufficienti a supportare questa iniziativa. In questo senso, è stata molto apprezzata dalle parti sociali l’anticipazione che nel prossimo decreto legge dovrebbe essere previsto uno stanziamento di 5 miliardi per l’acquisto di vaccini.