di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Confido nella scienza e sarebbe molto utile se la scienza aiutasse gli scettici, paradossalmente in aumento nel terzo millennio, a confidare in lei. Lo stravolgimento epocale che stiamo vivendo tutti, in ogni settore, scatenato della pandemia da Covid-19, dovrebbe aver insegnato al mondo scientifico – e non solo – quanto sia strategico agire e comunicare con chiarezza, equilibrio per evitare gli effetti collaterali di un sistema dell’informazione, sempre più complesso, nel quale giornali e tv sono, sì, i protagonisti fondamentali, tuttavia a loro volta “contagiati” dalle ondate emotive che giungono quotidianamente dai social e da internet. Confido – forse anche di più – nel Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, nuovo Commissario all’emergenza, che sul nuovo piano vaccinazioni ha messo la propria faccia. Lo stop al vaccino AstraZeneca dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e del Governo italiano, dopo quello della Germania che ha innescato una reazione a catena, «in via precauzionale e temporanea», in attesa dei pronunciamenti dell’Ema che arriveranno solo per giovedì, è da una parte la garanzia che i controlli esistono e sono stringenti, anche a fronte della certezza che «i vaccini sono i farmaci più sicuri» e che al momento c’è solo «un nesso temporale» tra decessi e vaccinazioni, cioè il nulla, secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Aifa, il prof. Giorgio Palù, ma dall’altra rappresenta anche, come possiamo ogni giorno constatare su quotidiani, social e siti internet, un problema serio di “reputazione” nei confronti del vaccino direttamente imputato e indirettamente anche nei confronti degli altri, mettendo a serio rischio la campagna vaccinale. È giusto rispondere puntualmente ai dubbi e alle paure, anche a quelle che non hanno fondamento scientifico, al fine di annientare qualsiasi dubbio. Ma sarebbe meglio non inseguirli sempre, evitando anche di ritornare troppe volte, e con segno opposto, sulla medesima decisione. Il premier Draghi ha deciso di muoversi «all’unisono insieme agli altri Paesi europei» nel dare il suo via libera allo stop precauzionale di Astrazeneca e va bene anche questo. Ma allora c’è qualcosa che non va, e non è una novità, a livello europeo. Proprio con il vaccino con il costo più basso, per una politica “di favore” decisa della stessa casa farmaceutica. Così ci ritroviamo con mezzo Vecchio Continente, a cui oggi si è aggiunta anche la Svezia, che ha rallentato, se non addirittura bloccato, campagne vaccinali per alcune decine decessi, in senso assoluto gravi e da non ignorare, che però in senso relativo, cioè a fronte di 909.226 morti per Covid-19 in Europa (dati del ministero della Salute del 15/03/21), si ridimensionano sia nell’entità sia nel merito. Ciò va detto ancora di più in Italia, dove alcuni medici e infermieri siciliani si ritrovano indagati per aver somministrato il vaccino. I vaccini sono l’unica arma che abbiamo, già testata, che ha superato una lunga trafila di autorizzazioni, per combattere sia l’emergenza sanitaria sia quella economica e sociale. Non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo per forza tenere sempre la barra dritta.