Recovery Plan, e non solo: per il Mezzogiorno «si prospetta un’opportunità storica». Così per la ministra del Sud Mara Carfagna. «Sulle infrastrutture il territorio intercetta circa il 50% degli investimenti, con una punta dell’83%»

È arrivato il momento per il Sud di rinascere? Sembrerebbe di sì. «Credo davvero che per il Mezzogiorno si prospetti un’opportunità storica, direi irripetibile, di affrontare con concretezza il tema del divario socio-economico che da sempre lo penalizza rispetto al Centro-Nord e rispetto ai territori più avanzati del Nord Europa». Lo ha detto Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale, in audizione alle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato, sul Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Attenzione, non è, ovviamente, una cosiddetta strada in discesa. Carfagna ha infatti avvisato che le risorse «vanno utilizzate bene rispettando i tempi stretti che ci vengono assegnati». Come tutto il resto del Recovery Plan, d’altronde. «Il corretto utilizzo di queste risorse si fonda su un’impostazione di base che l’Europa stessa ci indica nelle disposizioni regolamentari che sono state adottate da pochi giorni. Occorre una visione d‘insieme tra tutti gli strumenti in campo, serve coerenza strategica tra i diversi livelli di programmazione e di attuazione degli interventi, così come occorre sinergia e pieno coordinamento tra tutti gli attori in campo». Quindi «Stato, Regioni, Comuni e gli altri enti territoriali non possono operare come compartimenti stagni ma devono sentirsi parte di una strategia unitaria e comune», ha aggiunto. Veniamo ai fatti: «Sulle infrastrutture, tra opere ferroviarie, manutenzione stradale, investimenti nei porti e nella digitalizzazione dei sistemi logistici e degli aeroporti, il SUD intercetta circa il 50% degli investimenti, con una punta dell’83% per la cosiddetta manutenzione stradale 4.0». Non solo, il Mezzogiorno ha a disposizione per investimenti altri 100 miliardi di euro, oltre a quelli previsti dal Pnnr. «Entro il 2029 – ha detto – andranno spesi gli oltre 80 miliardi previsti per i Programmi europei per la coesione 2021-2027, mentre la programmazione dei 73 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione (nella formula “80 Sud, 20 resto del Paese”), si estende fino al 2032. Per il meridione, questo significa, escluso il PNRR, circa 100 miliardi di risorse disponibili su un orizzonte temporale di pochi anni. Programmarli è un impegno gravoso, saperli investire e spendere sarà una vera e propria responsabilità storica che le istituzioni si assumono nei confronti del Paese e soprattutto delle generazioni future. Ripeto: ora o mai più».

CARFAGNA: «IL 23-24 MARZO CONSULTA PUBBLICA»
«Per i prossimi 23 e 24 marzo una due giorni di ascolto e confronto, una vera e propria consultazione pubblica sul futuro del Mezzogiorno aperta ai contributi di tutti i cittadini, le istituzioni pubbliche e private, gli attori sociali e alcune delle voci più autorevoli».