Nuovo capitolo della vicenda relativa alla qualificazione dei ciclo-fattorini

La vicenda dei rider si arricchisce di un nuovo capitolo. Almeno quattro piattaforme hanno già presentato ricorso contro le conclusioni delle ispezioni dell’Ispettorato del lavoro di Milano dello scorso 23 febbraio. Come si ricorderà, la procura di Milano era arrivata addirittura a parlare di schiavismo delle piattaforme nei confronti dei ciclo-fattorini, con riferimento alle condizioni di lavoro comprese fra il 2016 e il 2017, in particolare; una affermazione sicuramente forte che è chiaramente servita per alimentare un caso che si trascina ormai da tempo. La questione è quella dell’inquadramento dei lavoratori. In campagna elettorale, l’allora leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, aveva assicurato che, in caso di vittoria, i lavoratori sarebbero stati inquadrati come subordinati, salvo poi rendersi conto, in corso d’opera, che la questione è sicuramente molto più complessa di quanto potrebbe apparire. Sono tanti i lavoratori che, infatti, preferiscono una maggiore libertà di movimento, cosa che la subordinazione non garantisce. Nel solco della legge, Assodelivery e Ugl hanno così sottoscritto un accordo collettivo, entrato in vigore nell’autunno scorso e che va proprio sul versante della autonomia dei lavoratori, cosa che non è piaciuta a Cgil, Cisl e Uil. Ora, il ricorso delle piattaforme apre uno scenario nuovo, con un contenzioso che potrebbe trascinarsi per diverso tempo.