La leader di FdI boccia l’idea del neo segretario Pd Letta: «Forze di maggioranza si occupino di fronteggiare l’epidemia e la crisi economica per tornare alla normalità»

«Veramente qualcuno crede che per un sedicenne, oggi, la priorità sia il diritto di voto e non il diritto all’istruzione, alla socialità, alla libertà? Pietà! Le forze di maggioranza si occupino di fronteggiare l’epidemia e la crisi economica per tornare il prima possibile alla normalità, invece di fare demagogia con armi di distrazione di massa utili solo a distogliere l’attenzione dai loro fallimenti». È questa la risposta che arriva dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, alla proposta del neo segretario del Pd, Enrico Letta, di dare il voto ai sedicenni. Un’idea che Letta, dopo averla proposta durante l’Assemblea, è tornato poi a rilanciare ieri sera, ospite a Che tempo che fa, dove ha inoltre aggiunto di essere a favore del Mattarellum, cioè «una legge che dia al cittadino il potere e che dia la possibilità di confrontarsi tra due coalizioni». La giornata di oggi, dunque, è per Enrico Letta la prima da segretario del Partito democratico dopo il voto di domenica dell’Assemblea che lo ha eletto nuovo leader a seguito delle dimissioni di Nicola Zingaretti. Ma non c’è solo la proposta di estendere il voto ai sedicenni, anche il tema dello ius soli – promosso proprio da Letta – è tornato al centro dell’agenda creando più di qualche malumore. Con il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha manifestato al riguardo «preoccupazione». «Se il nuovo segretario torna da Parigi e parte così, parte male – è il suo ragionamento –: risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate». Anche Forza Italia ha accolto con freddezza la proposta: «Voler rilanciare lo ius soli durante il governo Draghi è a mio parere un errore», ha commentato la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini. Intanto, mentre si registra un caos in +Europa (con Emma Bonino che ha annunciato la sua intenzione di lasciare il partito), Silvio Berlusconi respinge in un’intervista a Libero le voci di litigi all’interno di FI, sottolineando che «non tollererò mai e non tollererebbero i nostri elettori la nascita di correnti che dilaniano oggi altri partiti». Quanto alla scelta del Pd, l’auspicio di Berlusconi è che Letta «nell’interesse del funzionamento del governo e della vita pubblica riesca a dare stabilità al Partito democratico», ricordando che «naturalmente le differenze di visione politica rimangono».