di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

L’impatto della pandemia è stato devastante, con praticamente tutti i dati fortemente negativi. Sarebbe, però, un errore pensare che, passata la tempesta, possa ritornare il bel tempo. L’Italia ha problemi antichi, ad iniziare dal poco lavoro per donne e giovani, soprattutto nel Mezzogiorno

La lettura complessiva di quanto accaduto nel mondo del lavoro nel corso del 2020, contenuta nel Rapporto integrato di ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal, è sicuramente utile e necessaria per almeno due ragioni. In primo luogo, è fondamentale capire cosa è successo in un anno straordinario, come quello che si è da poco chiuso. Proprio in questi giorni, ricorre un anno dal primo lockdown, una parola sconosciuta ai più, ma che è entrata di prepotenza nelle vite di ognuno di noi. Dalla sera alla mattina, le attività hanno chiuso, unica arma in quel momento per contrastare la diffusione di un virus che, un anno dopo, ha fatto, soltanto in Italia, oltre 100mila morti, contagiando 3,1 milioni di persone. Il Rapporto ci permette di capire, seppure in una forma ancora parziale, quanti posti di lavoro si sono persi, quali siano state le categorie maggiormente colpite dalla pandemia, quali settori hanno invece tenuto. Il Rapporto ci dice, inoltre, quante sono le risorse effettivamente messe in campo dall’Inps per gli ammortizzatori sociali con causale Covid-19 e per rafforzare reddito di cittadinanza e reddito di emergenza. Gli stessi dati, ed è questa la seconda ragione, offrono, però, un quadro più chiaro di quelle che sono alcune nostre carenze storiche, un aspetto che torna sicuramente utile nel momento in cui il governo si trova alle prese con la ridefinizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo perché, se è vero che il Covid-19 ha inciso pesantemente, è pur vero che, ad esempio, la ridotta partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani non è una questione che abbiamo scoperto, quasi per caso, una mattina di marzo del 2020.