Verso il Piano di Ripresa e Resilienza “dell’era Draghi”. Importante ai fini della sostenibilità dei conti pubblici, già da quest’anno, aver depennato iniziative e progetti senza copertura finanziaria.

Si concretizza la strada verso il Recovery Plan o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’era Draghi. Dopo una prima revisione con la quale sono state depennate le iniziative senza copertura finanziaria, che da molte autorevoli fonti (servizi Bilancio di Camera e Senato e anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio) erano state sottolineate con la “matita rossa”, ecco arrivare in Parlamento sei schede tecniche in inglese. Si è trattato di una vera e propria operazione di pulizia del documento ereditato dal governo Conte due, un fatto importante perché in caso di approvazione totale dei progetti da parte di Bruxelles e mancato funzionamento dell’effetto leva si sarebbe potuto aprire un buco nei conti pubblici già da quest’anno. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, secondo quanto riportato oggi dall’agenzia Ansa, ha inviato in Parlamento un testo “aggiornato” del Recovery con sei schede tecniche di approfondimento. Un’ultima versione nella quale non sono stati modificati gli importi che affiancano gli investimenti per le riforme della PA e della giustizia. L’elemento di novità è che la bozza di oltre 400 pagine riporta le tappe temporali fondamentali, così come richiesto dalla Ue e non indicato dal precedente Governo, entro le quali saranno realizzati obiettivi e riforme. Le sei bozze sarebbero fondamentalmente delle note tecniche analitiche «sottostanti il piano del 12 gennaio» quindi messe a punto dal precedente Governo e sulle quali l’attuale esecutivo sta lavorando. In ogni caso sta per prendere forma un «piano nazionale per le nuove competenze» e un «programma nazionale per garantire l’impiegabilità» entro dicembre 2021 per rafforzare le politiche attive del lavoro incentrate su abilità digitali e sul lavoro “vocazionale”. Oltre a una tabella di marcia dettagliata per la realizzazione di ogni singolo progetto, tra le aree di intervento trapelate dalle agenzie ci sarebbero lo sviluppo di un’infrastruttura digitale «per fornire servizi cloud alla pubblica amministrazione» entro il secondo trimestre 2022; la selezione di progetti e start up per la digitalizzazione e gli investimenti nei microprocessori entro il 2023, la creazione di una rete di distribuzione dell’energia elettrica più “smart” e più solida, investimenti da 28,83 miliardi di euro per il potenziamento delle ferrovie ad alta velocità e per la sicurezza stradale.