La carta del ricambio generazionale diventa sempre più centrale

Un accordo molto importante che si innesta nel percorso di ricambio generazionale, sempre più necessario alla luce degli enormi cambiamenti in corso nel settore. Le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno sottoscritto un protocollo di intesa con Tim per favorire un percorso di uscita volontaria verso il pensionamento di 1.300 addetti su un totale di 42.600 dipendenti. Una riduzione del personale, quindi, nell’ordine del 3% con un possibile ritocco entro il 2023 di altre 178 posizioni. Un accordo che soddisfa i sindacati, i quali, però, ricordano che si tratta di un tassello di un piano più ampio che necessariamente dovrà affiancarsi al nuovo piano industriale che dovrà essere evidentemente ambizioso, stante la centralità del settore. Del resto, non è un caso che proprio le sigle di categorie sono state recentemente audite dal Parlamento nell’ambito della definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La digitalizzazione passa necessariamente dagli investimenti, ma anche dalla capacità del personale di Tim di essere al passo con le trasformazioni richieste. Una considerazione che riguarda anche gli altri operatori, almeno quelli principali che hanno investito e stanno investendo pure nel rafforzamento della rete e non soltanto nella erogazione dei servizi. Una partita destinata a giocarsi anche sul tavolo del ministero dello sviluppo economico.