La Lombardia è la regione più colpita. Piuttosto alta, l’età dei pazienti deceduti: mediamente avevano 81 anni

Dall’inizio della pandemia – esattamente un anno fa, il 9 marzo 2020, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava il lockdown nazionale –, in Italia, sono morte 100mila persone positive al Covid-19. L’analisi delle cartelle cliniche consente di conoscere qualche particolare in più sulle vittime del coronavirus. Emerge così, secondo quanto riferito dall’Istituto superiore di Sanità, che una piccola quota – il 3,1% sul totale dei decessi – non aveva patologie, l’11,9% ne aveva una pregressa. Il resto ne aveva due (18,5%) o almeno tre (66,5%). Piuttosto alta, l’età dei pazienti deceduti – mediamente avevano 81 anni –, anche se ovviamente ci sono state molte vittime anche in altre fasce d’età. Perlopiù erano uomini: il 56,1% era di sesso maschile. Pur coinvolgendo tutto l’Italia, il virus ha colpito con maggiore forza alcune aree del Paese: in Lombardia, è stato registrato il numero più alto di vittime. Qui è deceduto il 31,2% dei pazienti positivi al Covid-19. A seguire, l’Emilia-Romagna con il 10,9%. Un appunto finale: le 100mila vittime sono quelle conteggiate nei bollettini e nel sistema di sorveglianza dell’ISS. Molte altre sono “sfuggite” al conteggio delle autorità sanitarie: nel 2020, secondo l’ISTAT, che ha provato a quantificare l’impatto della pandemia sulla mortalità nel Paese, tra marzo e dicembre 2020 si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019.