Coronavirus, con il vaccino tutto cambia: dal piano al polo nazionale del biotech. Per Giorgetti «pur in una situazione di preoccupazione ed emergenza», si delinea un futuro in merito alla produzione italiana ed europea che può ispirare fiducia

Non ci sono gli effetti collaterali del Covid-19, ma anche quelli del vaccino. Nel senso che anche il vaccino, la sua somministrazione, il piano, l’eventuale produzione stanno già cambiando e cambieranno ancora di più il nostro Paese. Basti pensare che il ministro per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, oggi ha detto che «sul piano vaccinale serve uniformità nazionale», il che, in un’epoca in cui si è spinto molto sull’autonomia regionale, suona come una contraddizione o un passo indietro. In effetti le Regioni non viaggiano tutte alla stessa velocità, quando invece c’è bisogno di spingere in avanti e con uguale impatto, anche per non farsi trovare impreparati dalle varianti. Non a caso il premier Draghi con una telefonata ha nuovamente sollecitato Ursula von der Leyen a fare presto e, a pensarci bene, non è del tutto usuale anche venire a sapere che un presidente del Consiglio italiano incalza il presidente della Commissione Ue a darsi una mossa. Le varianti in circolazione fanno la loro parte e così anche per la Scuola si sta pensando a «fare dei percorsi di sostegno dei singoli, non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali, mentre gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività della scuola», ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Radio Rai 1. Senza dimenticare che il 2020, nell’anno del Covid-19 è stato raggiunto il picco della povertà da 15 anni a questa parte: secondo l’Istat sono 335mila le famiglie in povertà assoluta in più. Ma ci sono anche effetti virtuosi: il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, – in conferenza stampa con Thierry Breton, Commissario europeo e capo della task force per la produzione di vaccini anti-Covid in Europa – si è detto certo che esistono elementi, pur in una situazione di grande preoccupazione ed emergenza, «che delineano un futuro per quanto riguarda l’offerta di vaccini e la produzione su base italiana ed europea» che può ispirare fiducia. Ed è altrettanto incoraggiante che «l’industria farmaceutica italiana è pronta a dare il suo contributo» e il Governo sia intenzionato «ad aiutare la nascita di un polo nazionale, non solo legato ai vaccini ma a tutto il mondo biotech». Tutti i ministeri sono in prima linea, anche il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon, ha anticipato: «Stiamo cercando di capire cosa possiamo mettere in campo, vi dico in anteprima che qui al Mef stiamo lavorando sulla possibilità di avere più risorse per la somministrazione e la distribuzione dei vaccini. Crediamo che davvero si possa uscire dalla pandemia con un’importante vaccinazione di massa». Il vaccino deve correre e noi dobbiamo avere pazienza.