Il caso di alcuni dipendenti della Asl che avevano rifiutato la vaccinazione

In tempi estremamente rapidi, l’Inail ha risolto una questione che rischiava di diventare molto spinosa. Facendo seguito ad una domanda formulata da una Asl ligure, l’Istituto assicurativo ha precisato che, se anche il lavoratore abbia rifiutato di sottoporsi alle vaccinazioni anti Covid-19, in caso di positività essa deve sempre comunque considerarsi infortunio sul lavoro, fermo restando, naturalmente, la stretta correlazione di causa-effetto. La questione era stata sollevata qualche settimana fa da una Asl della Liguria che si era ritrovata davanti il caso di alcuni dipendenti che, dopo aver rifiutato di sottoporsi al vaccino – cosa peraltro legittima a legislazione vigente -, si sono comunque ammalati, verosimilmente durante l’espletamento delle loro funzioni all’interno delle strutture sanitarie di pertinenza. Nei giorni scorsi, sembrava che l’orientamento fosse quello di non considerare il contagio quale infortunio sul lavoro; la risposta ufficiale, viceversa, fissa il principio che si tratta di infortunio sul lavoro e, come tale, deve essere trattato. I lavoratori avranno quindi diritto ai benefici economici e regolamentari previsti legge e dalla contrattazione collettiva. Naturalmente, la comunicazione dell’Inail fissa un criterio interpretativo che, però, non mette al riparto da eventuali e successive cause di lavoro, soprattutto perché manca una chiara norma di legge di riferimento.