Secondo la leader di FdI, «nei contenuti quello che sta facendo Draghi è molto simile a quello che faceva Conte»

«È presto ma per ora nei fatti domina la continuità con le politiche di Conte». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, commentando al Corriere della Sera l’azione di governo, ad un paio di settimane dall’insediamento di Mario Draghi. Qualcosa è cambiato – Meloni ha definito un «segnale positivo» la sostituzione di Domenico Arcuri come commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 –, ma ci sono «ancora segnali preoccupanti». A cosa si riferisce, la leader di Fratelli d’Italia? Al ricorso ai dpcm, «tutti speravamo di non vedere più. La discontinuità non è una semplice nomina, si vede nei fatti», ha osservato, sollecitando il coinvolgimento del Parlamento. Al governo, però, Meloni, che ha espresso qualche critica verso «la politica surreale delle chiusure a cena dei ristoranti», ha chiesto anche altro: «Trasparenza sui dati del Cts, che limitano le libertà individuali» e il calcolo dei ristori «sui codici Ateco e non sulla perdita di fatturato». Parlando al Corriere, tuttavia, Meloni ha riconosciuto che «ci vuole tempo» per imprimere l’auspicato “cambio di passo”, chiesto a gran voce anche dagli alleati di centrodestra che invece sostengono il governo. «Qualche passo» è stato «compiuto», ha sottolineato, riferendosi alle nomine di Fabrizio Curcio alla Protezione civile, di Franco Gabrielli a sottosegretario con delega ai servizi segreti e di Francesco Paolo Figliuolo a commissario per l’emergenza Covid-19. Nomine che, spera Meloni, «possano rompere finalmente i ponti con il passato».