A denunciarlo è Save The Children in un rapporto condotto a livello mondiale
Ad un anno di distanza dall’inizio della pandemia, Save The Children ha misurato le conseguenze sull’istruzione: in ogni parte del mondo, non solo in Italia, le scuole sono state chiuse per motivi di sicurezza sanitaria, costringendo gli alunni a restare a casa, rinunciando alle lezioni oppure, dove possibile, a seguirle con la didattica a distanza. Passando in rassegna 194 Paesi, Save The Children ha stimato che «nel mondo siano stati persi 112 miliardi di giorni dedicati all’istruzione». Ad alcuni è andata peggio: i minori in America Latina, nei Caraibi e nell’Asia meridionale hanno perso quasi il triplo dell’istruzione dei coetanei dell’Europa occidentale, ha denunciato il rapporto. Secondo Save The Children, «in assenza di interventi, ci sarà una perdita di apprendimento equivalente a 0,6 anni di scuola e di un aumento del 25% della quota di bambini e bambine della scuola secondaria inferiore al di sotto del livello minimo di competenze». E in Italia? Il rapporto ha preso in considerazione 8 capoluoghi di provincia. Dall’analisi è emerso che gli studenti italiani hanno frequentato i loro istituti anche per molto meno della metà dei giorni teoricamente previsti, con alcune differenze a livello territoriale. Da settembre 2020 a fine febbraio 2021, i bambini delle scuole dell’infanzia a Bari, ad esempio, hanno potuto frequentare di persona 48 giorni sui 107 previsti, contro i loro coetanei di Milano che sono stati in aula tutti i 112 giorni. Gli studenti delle scuole medie a Napoli sono andati a scuola 42 giorni su 97 mentre quelli di Roma sono stati in presenza per tutti i 108 giorni previsti.