di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Eravamo non a caso in tema ieri sera con la nostra videoconferenza, in diretta sulla pagina Facebook “UGL Confederazione”, intitolata “Riportare l’Ordine nel Mediterraneo: Confini, Sicurezza, Diritti e Lavoro”. Grazie all’Ufficio internazionale dell’UGL e al suo responsabile Gianluigi Ferretti, in collaborazione con il dirigente sindacale Stefano Andrini e “Al servizio per l’Italia”, abbiamo dato vita ad un dibattito di alto livello grazie al contributo di illustri ospiti quali Marcello Bellacicco, Generale di Corpo d’Armata, Nicola De Felice, Ammiraglio di Divisione (Ris) e Salvatore Santangelo, docente universitario, il quale con grande sapienza ha moderato il dibattito.
Eravamo in tema perché il Mediterraneo è sia quell’immenso patrimonio del quale l’Italia potrebbe e dovrebbe vantarsi e avvantaggiarsi – e che ha invece “inspiegabilmente” trascurato per anni – sia perché il Mediterraneo è un’area strategica nella quale, in un contesto di pandemia globale, è più che mai necessario ridefinire una cornice di sicurezza e di ordine. Si è parlato ieri sera anche del ruolo delle Ong che nel Mare nostrum compiono operazioni, spesso spericolate, di salvataggio degli immigrati, molti dei quali clandestini, rendendo carta straccia accordi europei, più o meno apprezzabili, in materia di immigrazione. È di oggi l’allarme lanciato da Lampedusa dal parlamentare della Lega, Vincenzo Figuccia, presso l’Assemblea Regionale Siciliana, il quale ha parlato di «rischio bomba sanitaria». Solo nelle ultime ore sono stati sbarcati e registrati sulle coste lampedusane ben 500 persone, tra i quali positivi al Covid-19, mettendo a serio rischio di contagio chi fa assistenza, la popolazione e le Forze dell’Ordine. È notizia sempre di oggi la pesante accusa rivolta dalla magistratura italiana ad una Ong che sostiene di fare operazioni umanitarie: aver preso soldi per accogliere i naufraghi sulla propria nave. La procura di Ragusa è convinta, infatti, che gli armatori del rimorchiatore Mare Jonio, l’associazione Mediterranea, abbiano ricevuto una somma di denaro per il trasbordo di 27 naufraghi, avvenuto l’11 settembre scorso, dal cargo danese Maersk Etienne. Per questo sono scattate perquisizioni e sequestri per i quattro indagati tra soci, dipendenti e amministratori della società armatrice ovvero per Luca Casarini, per il capo missione del salvataggio Beppe Caccia, ex assessore a Venezia nella giunta Cacciari ed ex consigliere regionale in Veneto dei Verdi, per il regista Alessandro Metz e per il comandante Pietro Marrone, al timone durante le operazioni. Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Polizia hanno eseguito altre perquisizioni e sequestri i tutta Italia. Se l’ex disobbediente Luca Casarini sostiene che quelle dei Pm sono «soltanto parole», l’augurio è che si vada fino in fondo con l’obiettivo di riportare “Sicurezza, Diritti e Lavoro” sia ai migranti trattati come merce sia al popolo italiano nonché al nostro Paese martoriato dall’immigrazione clandestina.