«Se non arrivano dall’Europa, giusto cercarli altrove»

«Sul fronte vaccini l’Italia si muova per conto suo, altrimenti non ne usciamo». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, suggerendo una strategia per imprimere quel “cambio di passo” invocato nei giorni scorsi anche sui vaccini. «Visto che non arrivano dall’Europa – ha proseguito, conversando con i cronisti che lo hanno intercettato a Cagliari, dove è atteso per un processo nel quale è parte lesa –, allora è giusto andare a cercarli laddove ci sono». Sui vaccini, paghiamo anche i ritardi dell’Unione europea. A differenza di altri Paesi, l’Ue si è mossa con maggior lentezza. Qualche esempio? Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le autorità hanno autorizzato i vaccini delle diverse case farmaceutiche – Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Moderna –, con qualche giorno di anticipo rispetto all’Agenzia europea per il farmaco, che proprio oggi ha annunciato che snellirà le procedure per i vaccini, promettendo anche un aumento della produzione. Nel frattempo, le campagne vaccinali nazionali proseguono, seppure in modo disomogeneo: dal 31 dicembre, in Italia sono oltre 1,4 milioni le persone vaccinate, considerate tali perché hanno ricevuto la prima e la seconda dose di vaccino. Bisogna accelerare. Alcune Regioni, però, fanno fatica: «Anche oggi ho sentito tre Regioni che stanno andando lente sul piano di vaccinazione perché mancano le fiale», ha riferito Salvini. Secondo il quale, «o arrivano quelli previsti o è giusto guardare altrove».