Probabilmente è l’endorsement più “pesante”, tra quelli espressi finora. «Sarei veramente felice di un passo avanti di Conte dentro il M5s», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista a Repubblica, difendendo anche la decisione di sostenere Mario Draghi, che invece non ha trovato d’accordo né molti parlamentari né diversi sostenitori del Movimento 5 stelle, ad un passo dall’implosione. «Dopo questi mesi di gestione disastrosa del Movimento dobbiamo lavorare per risollevarlo», ha attaccato l’ex viceministro al Mise, Stefano Buffagni, non riconfermato. Secondo Di Maio, invece, «questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia». «Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte», ha aggiunto Di Maio, aggiungendosi alla schiera di quanti chiedono la rentrée di Conte che include anche l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Se il ritorno dell’ex premier dovesse concretizzarsi in questa legislatura, Conte troverà un movimento diverso e sicuramente meno numeroso in Parlamento: oggi la lista dei parlamentari si è assottigliata ulteriormente, con l’addio Emanuele Dessì, uno dei senatori assenti nel giorno del voto di fiducia al governo: «Questa non è più casa mia».