Vaccinazione, ammortizzatori e licenziamenti: le parti sociali in pressing

Con la nomina dei sottosegretari, l’agenda dei ministri si fa più pressante. In attesa delle deleghe ai due sottosegretari, la senatrice leghista Tiziana Nisini e la pentastellata Rossella Accoto, resta alta l’attenzione sulla gestione dell’emergenza Covid-19. Sono almeno tre i fronti aperti, rispetto ai quali il ministro del lavoro, Andrea Orlando, è alla ricerca della classica quadratura del cerchio. In primo luogo, la vaccinazione: finora l’attenzione è stata riposta principalmente sui lavoratori dei servizi pubblici essenziali, sanità, assistenza, scuola, trasporti. Prima la Ugl e poi Confindustria, però, hanno spostato l’attenzione anche sull’industria e su tutte quelle attività che comportano la presenza contemporanea di centinaia di lavoratori e lavoratrici. L’altro secondo fronte aperto è quello degli ammortizzatori sociali. Al momento, sono assicurate dodici settimane entro marzo, ma la spinta è di aggiungere altre settimane ed arrivare alla fine dell’anno in corso. Terzo fronte, infine, strettamente connesso al precedente, è quello relativo al mantenimento o meno del blocco dei licenziamenti. Anche in questo caso, le posizioni dei sindacati confederali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e delle associazioni datoriali, in primis Confindustria, tendono a divergere in maniera sensibile, variando dalla richiesta di un via libera dal 1° aprile ad un blocco più o meno ampio fino al prossimo 31 dicembre.