di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Le procedure: tutti i problemi in Italia vanno sempre a finire nello stesso identico punto. Il paradosso è che siamo capaci di partecipare ad una missione su Marte, ma non di erogare in tempi decenti i ristori e gli ammortizzatori sociali, lasciando in attesa milioni di persone.
Ieri su Facebook il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ribadendo l’impegno espresso nel corso del primo giro di convocazioni alle quali anche l’UGL ha dato il proprio contributo, ha ripetuto che entro la fine del mese proporrà un primo documento con un impianto di riforma degli ammortizzatori sociali orientato alla semplificazione delle procedure e con un link «all’architettura che costruiremo sulle politiche attive del lavoro». Anche quest’ultimo è per l’UGL l’altro elemento imprescindibile per invertire la rotta emergenziale seguita fino ad oggi e rivelatasi, per giunta, fallimentare ad affrontare una crisi sociale di proporzioni epocali, proprio perché ha fatto ricorso a strumenti inadeguati, già prima dello scoppio della pandemia. Neanche la cosiddetta cig veloce erogata dalle banche è riuscita ad entrare a regime. Perché? Molto semplice: la semplificazione e la sburocratizzazione dell’attuale sistema di welfare è una delle promesse mai realizzate. Ma qualcosa adesso inizia a muoversi e non solo al ministero del Lavoro: anche la possibilità di produrre in Italia i vaccini vede nelle procedure e nelle autorizzazioni i punti deboli o, se vogliamo metterla in positivo, i nodi da sciogliere. Nodi che saranno l’oggetto dell’incontro che per giovedì prossimo ha organizzato il Mise tra il ministro Giancarlo Giorgetti e le industrie farmaceutiche. Come spiegato molto chiaramente dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, qualcosa si può fare ma bisogna indicare chiaramente in quali tempi e con quali autorizzazioni.
Farraginoso è un aggettivo, ormai vecchio e desueto, che appropriatamente viene affibbiato al nostro Paese e al suo sistema burocratico, che di fatto imprigiona l’iniziativa privata e il sistema industriale nel suo complesso. Sarebbe quindi auspicabile, oltre che simbolico di una reale rinascita, se dal contrasto alla pandemia arrivasse la soluzione, la ricetta composta dal combinato disposto tra riforma degli ammortizzatori sociali più riforma delle politiche attive del lavoro, da una parte, e, dall’altra, produzione del o dei vaccini più semplificazione e sburocratizzazione che, insieme ad altri fattori, inchioda l’Italia da anni ad un ritmo di crescita pari allo “zero virgola”.
L’Italia sembra essere davvero arrivata al punto in cui i nodi da sciogliere sono venuti al pettine. È una partita di quelle che non possiamo perdere, alla quale l’UGL è intenzionata a partecipare e a vincere con il contributo di tutti i volenterosi. Una volta per tutte.