L’allarme della Confcommercio. Alloggio e ristorazione, nel 2021 previsto calo del 24,9%

È quando allarmante quello delineato dall’ufficio studi della Confcommercio sulla Demografia d’impresa delle città italiane. Secondo l’analisi, infatti, tra il 2012 ed il 2020 il processo di desertificazione commerciale è proseguito, arrivando a far contare oltre 77mila attività del commercio al dettaglio in meno (-14%), a cui si aggiunge un calo di quasi 14mila imprese del commercio ambulante. A tutto ciò si aggiunge il fatto che «la pandemia ha acuito certe tendenze e ne ha modificate “drammaticamente” altre». Per la Confcommercio nel 2021 solo nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e altre 10 città di media ampiezza, oltre ad un calo ancora maggiore per il commercio al dettaglio (-17,1%), si registrerà per la prima volta nella storia economica degli ultimi due decenni anche la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione (-24,9%). Più nel dettaglio, l’associazione di categoria prevede un calo del 12,9% delle imprese attive nel settore del commercio al dettaglio non specializzato, un -14,8% per quelle del carburante per autotrazione, un -4,2% per i computer e la telefonia, un -8,5% per i mobili e ferramenta e un -12,8% per libri e giocattoli. Per il settore del vestiario e delle calzature è previsto un calo delle imprese attive del 19,9%, mentre potrebbe chiudere il 23,6% degli ambulanti, il 12% delle imprese legate all’alloggio e il 27,2% di quelle rientranti nel settore del bar e della ristorazione.