Imprese, selezione naturale. La parità di genere non si realizza con il farisaico rispetto delle quote rosa

Una delle grandi incognite di questi giorni è stata quella relativa alla posizione che il governo avrebbe assunto nei confronti del mondo del lavoro, stante alcune sensibilità diverse all’interno della compagine. Il messaggio di Mario Draghi è chiaro: «Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi». Insomma, una sfida complessa, in atto da tempo e che la pandemia ha verosimilmente scoperchiato definitivamente. Quindi, se gli ammortizzatori sociali hanno permesso di contenere le criticità, è pur vero che alcune categorie – giovani, donne, lavoratori autonomi – sono state maggiormente penalizzate di altre. Partendo da queste considerazioni, Draghi anticipa l’elaborazione di una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro con, in sequenza, interventi sul lavoro, sul credito e sul capitale. Il presidente del consiglio parla di centralità delle politiche attive del lavoro, di assegno di ricollocazione, di dotazione organica e digitale dei centri per l’impiego, di assecondare la transizione produttiva imposta dai cambiamenti climatici. Un capitolo a sé stante è rappresentato dalla parità uomo-donna. «Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge».