di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

In questi giorni di programmi e progetti per la ripresa dell’Italia, ci si sta interrogando sul futuro delle misure emergenziali messe in atto per fronteggiare degli effetti della pandemia sul mondo del lavoro dipendente. Cassa Covid, blocco dei licenziamenti, smartworking semplificato. Che ne sarà di questi provvedimenti? Dal punto di vista del sindacato, come l’Ugl ha dichiarato anche nel corso delle audizioni avvenute in questi giorni, sia con il neopremier Draghi che col nuovo ministro del lavoro Orlando, bisognerebbe avere un approccio socialmente responsabile. Un approccio che consenta nell’immediato di proteggere il lavoro che c’è e che costituisce la fonte primaria di reddito per milioni di famiglie italiane, in attesa di veder avviati programmi di sviluppo più a lungo termine, facendo in modo che non si verifichi quel caos sociale che inevitabilmente seguirebbe la fine improvvisa delle misure di salvaguardia. Per questo riteniamo indispensabile un’estensione degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19 almeno fino alla fine dell’anno, attraverso l’individuazione di un numero congruo di settimane, tale da assicurare la copertura di non meno della metà dell’anno. Abbiamo proposto il ricorso al part time, ovvero un utilizzo degli ammortizzatori sociali anche su base oraria e non, come avvenuto finora per la cassa integrazione con causale Covid-19, soltanto su base settimanale; in questo modo, le ore non lavorate, ma retribuite, potrebbero essere destinate alla formazione e alla riqualificazione del personale dipendente. Tutto questo assicurerebbe, oltre al mantenimento di un indispensabile aiuto a imprese e lavoratori, anche il necessario distanziamento, scaglionando le presenze dei dipendenti nei luoghi di lavoro, e consentirebbe una maggiore formazione che potrebbe rivelarsi molto utile nel futuro. Non solo, comporterebbe anche dei consistenti risparmi di spesa. Per quanto concerne il blocco dei licenziamenti, che pure è necessariamente destinato a scadere, abbiamo chiesto che un’eventuale decisione di ridimensionare la portata del blocco sia graduale e accompagnata da un forte incentivo fiscale e contributivo per le imprese che assumono. Per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia nel mondo del lavoro dipendente, lo smartworking, rivelatosi uno strumento utile per assicurare la continuità delle attività anche nei momenti di maggiore incidenza di contagi, non solo nella pubblica amministrazione, ma anche in molte aziende private, dovrebbe compiere un salto di qualità. Bisognerebbe continuare a favorire le modalità semplificate di comunicazione, ma riportando lo strumento nell’alveo della contrattazione, dato che in molte imprese private resterà in uso visti i benefici economici e di organizzazione del lavoro che comporta, al fine di regolamentarne gli aspetti economici e normativi in maniera più puntuale, per una migliore tutela dei lavoratori.