Oggi ascoltati anche Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese

«Abbiamo fatto quello che la legge ci permetteva e che gli italiani ci chiedevano. Abbiamo salvato vite». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo al termine della terza udienza preliminare, nell’aula bunker del Tribunale di Catania, per il caso Gregoretti, che lo vede imputato con l’accusa di aver «abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti», trattenuti «a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio». Presenti oggi in aula, su richiesta del gip Nunzio Sarpietro, anche Luigi Di Maio, all’epoca dei fatti vice-premier, e l’attuale ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Entrambi, secondo quanto si apprende, hanno confermato la continuità di azione tra i casi Diciotti, Gregoretti e Ocean Viking.«A rischiare 15 anni di galera sono io», ha sottolineato Salvini, aggiungendo che «tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c’è Matteo Salvini da imputato. Io oggi ho sentito una ricostruzione coerente e corretta dei fatti. Quello che facevamo lo facevamo insieme. Lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme». Sul caso Gregoretti, si è espressa anche la Procura di Catania, chiedendone l’archiviazione, perché «l’attesa di 3 giorni per uno sbarco» non può «considerarsi un’illegittima privazione della libertà» dei migranti a bordo della nave. Salvini si è concesso anche un commento su un argomento di più stretta attualità: «La linea Draghi è in perfetta sintonia con la nostra esigenza di accogliere chi merita accoglienza».