di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Con l’ufficializzazione anche alla Camera di una fiducia tanto certa quanto ampia, si potrebbe dichiarare conclusa, a partire da oggi, la fase della cosiddetta “luna di miele” tra cittadini e nuovo governo ed aperta quella successiva, delle azioni concrete da mettere in campo per risollevare al più presto un’Italia in profondissima crisi. Sul nuovo premier Mario Draghi, sulla sua competenza e sulla sua credibilità, anche a livello internazionale, l’Italia intera – come dimostra l’amplissimo sostegno parlamentare – ha riposto molte speranze. Speranze che, come affermato dallo stesso neo presidente del Consiglio, dovranno essere suffragate, entro breve, dai fatti. Purtroppo la situazione italiana è fortemente preoccupante. Per affrontarla Draghi ha esposto una chiara e lungimirante visione programmatica sul futuro del Paese e sulle misure prioritarie per garantire una rapida e duratura ripresa. Da rimarcare il cambio di passo anche in termini comunicativi, con un approccio più diretto, confidente nelle potenzialità dell’Italia, ma non certo autocelebrativo e neanche eccessivamente tranquillizzante come in precedenza: andrà tutto bene, sì, ma solo se lavoreremo, tutti, affinché vada tutto bene. Per i vaccini, meno primule e più caserme e farmacie. Per limitare l’analisi al lato sociale, economico ed occupazionale – senza ovviamente dimenticare l’altra battaglia, primaria, quella sanitaria, su contagi, vittime e piano vaccinale – lo stesso premier ha ritenuto doveroso, nel suo primissimo discorso alle Camere, riportare i dati, inquadrare lo scenario con l’ausilio dei numeri: i “nuovi poveri” passati dal 31% al 45%, le ore di cassa integrazione, 4 milioni lo scorso anno, l’occupazione scesa di 444mila unità, l’impennata delle diseguaglianze sociali. Non tutte le imprese e non tutti i posti di lavoro sopravvivranno allo tsunami Covid, ed anche su questo Draghi è stato chiaro. Oggi Boeri su La Repubblica ha affermato che non si può continuare ad “ibernare” l’Italia con blocco dei licenziamenti, cassa Cig e ristori aspettando che passi la crisi, ma è altrettanto vero che sarà necessario gestire questa difficilissima fase salvaguardando la coesione sociale, tutelando quanti sono stati estromessi dal mondo del lavoro a causa del Covid, aiutando le imprese e specie quelle più piccole, che non sono in crisi per motivi strutturali, ma solo e semplicemente a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Draghi ha disegnato un percorso, fatto di riforma del fisco, della pubblica amministrazione, fatto di investimenti in infrastrutture e sblocco dei cantieri. Bisognerà da un lato aiutare le persone in difficoltà, con adeguati e rinnovati ammortizzatori sociali, dall’altro creare le condizioni per far nascere nuove imprese e quindi nuovi posti di lavoro. Non sarà un compito facile, né per il governo né per la cittadinanza, anche perché la ripartenza si preannuncia come una strada in salita, irta di ostacoli. Comunque un percorso obbligato, per portare il Paese al sicuro.