A riferirlo è l’ISTAT, riportando i dati relativi al 2019 e sottolineando che il trend è proseguito, con un calo più consistente, nel primo semestre del 2020, a causa della pandemia

Matrimoni in diminuzione – la riduzione ha riguardato tanto le prime nozze quanto le seconde –, separazioni stabili e divorzi in leggero calo. A tracciare il bilancio relativo al 2019 è l’ISTAT, sottolineando che il trend è proseguito anche nell’anno successivo, a causa della pandemia. Spulciando i numeri, emerge che, nel 2019, in Italia sono stati celebrati 184.088 matrimoni, 11.690 in meno rispetto al 2018 (-6%). Il calo riguarda soprattutto i primi matrimoni: ne sono stati celebrati «poco più di 146 mila». Nel 2019 l’ISTAT ha registrato «un nuovo minimo relativo» rispetto a quello osservato nel 2017, quando le prime nozze furono 152.500. Scendono anche le seconde nozze o successive (-2,5%) ma aumenta la loro incidenza sul totale: ogni 5 celebrazioni almeno uno sposo è alle seconde nozze. Diminuiscono «leggermente» i divorzi – l’ISTAT ne ha contati 85.349, pari al 13,9% in meno rispetto al 2016, anno di massimo relativo –, dopo «il boom» dovuto agli effetti delle norme introdotte nel 2014 e nel 2015 che hanno semplificato e velocizzato le procedure. Pressoché stabili le separazioni: 97.474. Nel rapporto, l’ISTAT ha osservato anche che il trend è proseguito anche nel 2020, complice l’emergenza sanitaria: «L’analisi del primo semestre 2020, seppure basata su dati ancora provvisori, consente di misurare l’impatto della pandemia da Covid-19». Cosa dicono, dunque, i dati: «Nel primo trimestre 2020, che ha scontato gli effetti della pandemia solo limitatamente al mese di marzo, la diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 risulta già evidente. Il calo è circa del 20% per matrimoni, unioni civili, separazioni consensuali presso i Tribunali». Il crollo è diventato ancor più significativo nel secondo trimestre, a causa «delle pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni (matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi ex art.12)». L’ISTAT ha riferito una «diminuzione rispetto al secondo trimestre 2019» di circa 80% per i matrimoni, di circa 60% per le unioni civili e le separazioni/divorzi consensuali presso i comuni e i tribunali.