Più denunce nella seconda ondata; la questione vaccini diventa centrale

Il rapporto fra pandemia e mondo del lavoro continua ad essere, inevitabilmente, molto conflittuale. Proprio in queste ore, mentre dall’Inail arrivavano i dati relativi ai contagi da Covid-19, le agenzie di stampa hanno battuto un paio di notizie sicuramente interessanti. La prima fa riferimento alla Santa Sede che ha annunciato una stretta nei confronti dei propri dipendenti che rifiutano di vaccinarsi: nella migliore delle ipotesi, il dipendente potrebbe incorrere nel demansionamento, ma non è escluso a priori il licenziamento in tronco. Da una Asl ligure, invece, è partita una richiesta di chiarimento direttamente all’Inail, in seguito al contagio di alcuni operatori sanitari che avevano rifiutato il vaccino. La domanda che la Asl ha posto all’Istituto assicurativo è se, anche in questo caso, si può continuare a parlare di infortunio sul lavoro, come prima della disponibilità del vaccino. Una questione non da poco che avrebbe effetti molto importanti a seconda della risposta che arriverà. Intanto, sempre dall’Inail, arrivano i dati sui contagi in ambiente lavorativo. Al 31 gennaio 2021, sono state presentate poco meno di 148mila denunce, pari ad un quarto del totale delle denunce di infortunio del lavoro presentate nei dodici mesi. La seconda ondata, quella che ha portato ai dpcm di ottobre e di novembre, si sta rivelando molto più contagiosa della prima, del marzo dello scorso anno.