Al 45,3% i vaccinati in Israele con una dose

Nei paesi in cui le vaccinazioni anti-Covid hanno registrato un andamento più spedito, si cominciano a vedere i primi miglioramenti. Corre, ad esempio, il Regno Unito, che è arrivato alcuni giorni fa a 15 milioni di persone vaccinate, di fatto già un record per l’Europa, in anticipo rispetto a quelle che erano le previsioni del governo britannico. Contestualmente, ancora nelle ultime ore, si è registrato un nuovo calo di casi e di decessi giornalieri. In particolare l’Imperial College London ha osservato in uno studio un «forte calo» dei contagi da gennaio (una diminuzione che avviene anche nel pieno di un nuovo lockdown). Intanto nel Regno Unito è stato autorizzato uno studio che coinvolgerà 90 volontari che verranno infettati allo scopo di studiare meglio le caratteristiche del coronavirus. In Israele, invece, si è arrivati al 45,3% delle persone vaccinate con almeno una dose, vale a dire 4.138.000 cittadini, mentre ad avere avuto la seconda dose sono state 2.762.000 persone, circa il 30,2% della popolazione. Numeri che non a caso cominceranno ad “accompagnare” un graduale allentamento del lockdown, avviato in una fase in cui i contagi erano aumentati rapidamente. Solo ieri i vaccinati in Israele sono stati 135 mila (per 61 mila la prima dose, per 74 mila la seconda) dopo alcuni giorni di rallentamento. Anche qui prosegue il calo delle nuove infezioni. Secondo i dati del ministero della Sanità sono 4.076 i casi registrati nelle ultime 24 ore a fronte di circa 64 mila tamponi, con una percentuale del 6,6% che è la più bassa da gennaio. Contestualmente è sceso anche il numero dei malati gravi, che si ferma a 928.